- I tecnici dell'Autorità Portuale di Livorno hanno sviluppato un nuovo software con l'obiettivo di intensificare e agevolare i controlli sul lavoro in porto contrastando l'interposizione di fornitura nella manodopera, con imprese che, anziché fare ricorso alla società di lavoro temporaneo Alp per integrare la propria organizzazione, usano in modo illecito personale e mezzi di soggetti terzi. L'ente portuale ha spiegato che, stando a quanto denunciato dai sindacati, è anche a causa del mancato rispetto delle norme se oggi l'articolo 17 incaricato per legge di integrare la manodopera dei 16 a fronte dei carichi di lavoro, versa in una situazione di crisi.
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- Per intensificare i controllo lo scorso 29 aprile l'authority portuale aveva promulgato l'ordinanza n. 9 con la quale si è imposto alle imprese che svolgono operazioni portuali ai sensi dell'articolo 16 della legge 84/94 e/o ai concessionari ai sensi dell'articolo 18 della medesima legge di far pervenire all'Autorità Portuale, giornalmente e prima dell'inizio dei vari turni, gli avviamenti del proprio personale operativo addetto allo svolgimento delle operazioni portuali di carico, scarico, trasbordo, deposito e movimentazione delle merci.
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- L'Autorità Portuale ha spiegato che a distanza di tre mesi dalla promulgazione dell'ordinanza i dati raccolti sono risultati ancora parziali e ciò nonostante la maggior parte delle imprese - 12 su 19 consultate - abbia risposto affermativamente alle richieste di chiarimento. Da qui il ricorso alla tecnologia per velocizzare e rendere ancora più efficace l'indagine promossa dall'Autorità Portuale.
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- Il nuovo sistema informatico aiuterà le imprese a compilare dalla propria sede un questionario esaustivo sui turni effettivamente lavorati da ogni dipendente e sul numero di ore straordinarie effettuate. Il software avrà un periodo di rodaggio al termine del quale diventerà obbligatorio per ogni impresa fornire i dati richiesti al momento dell'avviamento di ogni turno lavorato. Nella rilevazione troveranno spazio informazioni come: data, turno e luogo di lavoro (nave, area, deposito); le attività da svolgersi; la tipologia merceologica e la quantità complessiva da movimentare; i nominativi dei dipendenti avviati alle attività descritte; i nominativi dei dipendenti dell'Agenzia fornitrice di lavoro portuale temporaneo eventualmente utilizzati ad integrazione del proprio personale; la ragione sociale dell'impresa, autorizzata ex art. 16, alla quale sono stati eventualmente appaltati i segmenti di attività.
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- L'ente portuale ha sottolineato che l'azione di vigilanza quotidiana, una volta completato lo screening, dovrebbe consentire di avere una mappa definita del complesso mercato del lavoro portuale.
- L'authority portuale ha evidenziato che già lo scorso anno aveva sospeso le autorizzazioni a sei soggetti, comminando delle sospensioni simboliche, e che oggi - se dovessero ripetersi casi simili - le sanzioni potrebbero essere ben peggiori. «Non vogliamo penalizzare i lavoratori - ha precisato il presidente dell'ente, Giuliano Gallanti - ma non possiamo permettere che la condotta illecita di certe imprese si ripercuota sulla competitività del nostro porto».
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