- Il Nuovo Consorzio del porto di Trapani, la società cooperativa consortile a responsabilità limitata costituita lo scorso mese da operatori e imprenditori dello scalo portuale siciliano, critica la decisione assunta dal ministero della salute di sospendere l'attività del Posto di Ispezione Frontaliera nel porto trapanese.
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- La società cooperativa consortile ha ricordato che il PIF di Trapani, utilizzato per la vigilanza ed il controllo veterinario sui prodotti di origine animale provenienti da Paesi terzi, operava da oltre 20 anni in alcuni locali della Stazione Marittima e che, data la necessità di realizzare una nuova sede in cui collocarlo in linea con le direttive dell'Unione Europea, alcuni operatori portuali ed imprenditori trapanesi, in sostituzione degli enti locali interessati, hanno deciso di investire propri fondi nella realizzazione di nuovi locali presso la banchina Isolella, sede che, per convenzione, dovrà essere consegnata ed affidata, in via del tutto gratuita, al ministero della Salute. Il Nuovo Consorzio del porto di Trapani ha spiegato che il 31 marzo scorso era la prima data stabilita dal ministero entro la quale si sarebbero dovute completare le opere necessarie alla sua realizzazione ma, vista la complessità della struttura e su richiesta della società trapanese, in aprile il ministero ha accordato una breve proroga dei termini fino al 15 maggio; quindi ai primi di giugno, a causa di difficoltà tecniche e burocratiche, dall'azienda è stata chiesta un'ulteriore proroga, presumendo come termine ultimo per la consegna il 31 agosto, ma stavolta - ha specificato la società - il ministero “ha ritenuto non più ulteriormente procrastinabile” la data di conclusione dei lavori della nuova struttura e - ha accusato il presidente del Nuovo Consorzio del porto di Trapani, Andrea de Martino - «a decorrere dal 15 luglio ha addirittura sospeso l'attività di vigilanza e di controllo veterinario del PIF di Trapani nella vecchia sede della Stazione Marittima. Disponendo, ancora, che il servizio sarebbe potuto riprendere solo quando il direttore del PIF di Palermo, “competente anche per le attività del PIF di Trapani”, avrebbe verificato il pieno completamento della realizzazione della nuova struttura, nonché il possesso di tutti i requisiti igienico sanitari e delle attrezzature necessarie. E che, per non interrompere il flusso commerciale dei prodotti animali, gli operatori interessati si sarebbero potuti spostare in altri porti nazionali, quali, ad esempio, “il porto di Palermo”. Dalla data di sospensione del servizio - ha specificato de Martino - i lavori nella nuova sede della banchina Isolella sono proseguiti ininterrottamente e, di fatto, ad oggi, sono ultimati. La nuova struttura è quindi, pronta alla consegna. Mancano solo gli allacci idrici, fognari, elettrici e telefonici che comunque dovrebbero essere di competenza dell'ente gestore e, dunque, del ministero».
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- «La decisione del ministero della Salute - ha sottolineato de Martino - colpisce l'attività del PIF nel momento più delicato, cioè nel passaggio tra la vecchia e la nuova struttura, interrompendo di fatto il traffico delle navi commerciali del pesce nel porto di Trapani. Senza tener conto della gravissima ricaduta economica e occupazionale sull'indotto collegato, del collasso finanziario dei gestori dei magazzini doganali di temporanea custodia dei container e delle agenzie marittime».
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- Chiedendosi se «non si poteva prorogare per qualche altra settimana la vigilanza ed il controllo veterinario nella vecchia struttura, affinché si portassero a termine tutte le opere nella nuova sede», de Martino ha denunciato se non si sta piuttosto cercando «di spostare anche il traffico del tonno, legato per tradizione secolare al porto di Trapani, verso il porto del capoluogo siciliano».
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- Il Nuovo Consorzio del porto di Trapani ha concluso rivolgendo «un accorato appello agli enti, alle istituzioni ed a tutti i rappresentanti politici locali, affinché venga compiuta qualsiasi azione per la riapertura immediata del PIF di Trapani nei locali della Stazione Marittima per consentire il trasferimento del servizio nella nuova struttura. Chiediamo, altresì, all'Associazione “Insieme per il Territorio” - ha precisato de Martino - di istituire immediatamente un tavolo tecnico-istituzionale per monitorare costantemente gli avvenimenti affinché quanto sta accadendo non finisca nel solito dimenticatoio dove terminano, abitualmente, per apatia, tutti i problemi della nostra città».
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