- Confindustria Taranto coinvolge Confindustria nazionale nel sollecitare l'attuazione dell'“accordo per lo sviluppo dei traffici containerizzati nel porto di Taranto e il superamento dello stato d'emergenza socio economico ambientale” sottoscritto il 26 aprile 2012 al fine di garantire continuità di permanenza nello scalo alla compagnia armatoriale Evergreen e alla società terminalista Taranto Container Terminal (TCT) che gestisce il terminal per contenitori del porto.
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- Secondo gli industriali di Taranto, sono necessarie «azioni precise ma soprattutto celeri». «Da questa necessità - spiega Confindustria Taranto - prende il via il coinvolgimento diretto, nella questione, di Confindustria nazionale, “chiamata” ad intervenire da Confindustria Taranto nella gestione di un'emergenza che, come altre, rischia il punto di non ritorno a causa di lungaggini (burocratiche e non) assolutamente deleterie per lo sviluppo del porto e del territorio».
- Per Confindustria Taranto, l'accordo interministeriale del 2012, che è scaduto pochi mesi fa, deve essere al più presto rimodulato a livello centrale e attuato in tempi brevi per ridare ai terminalisti prospettive di reali continuità operativa nel porto di Taranto. L'associazione degli industriali evidenzia che questa ennesima criticità va peraltro ad aggiungersi ad una serie di clamorose lungaggini che ad oggi riguardano il “sistema” Taranto: oltre alla mancata infrastrutturazione del porto - ricorda Confindustria Taranto - grandissimo ritardo si registra infatti sui processi di bonifica e di ambientalizzazione del territorio che dovevano essere già da tempo avviati. Con il riavvio della Cabina di Regia per le bonifiche, previsto nei prossimi giorni - rileva l'associazione - indispensabile sarà ottenere la certezza di attuazione celere dei processi previsti ed altrettante garanzie per l'impiego dei fondi già stanziati e per l'eventuale assegnazione di risorse aggiuntive.
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- «Accogliamo in questo senso con favore - prosegue Confindustria Taranto - le dichiarazioni, dei giorni scorsi, di WWF e Peacelink, che invocano sia l'infrastrutturazione portuale sia le bonifiche quali elementi essenziali per far ripartire lo sviluppo. Una convinzione che condividiamo e rilanciamo perché riteniamo essere l'unica possibile per poter davvero parlare, per Taranto, di un futuro di sviluppo ecosostenibile e vantaggioso per tutti. E stiamo parlando, peraltro, di opere che assumono rilevanza nazionale che non a caso hanno impegnato, in entrambi i casi, i ministeri di competenza».
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- «È evidente, alla luce della situazione attuale - conclude Confindustria Taranto - che gli accordi già stipulati non bastino più: sarà necessario rivedere, e occorrerà farlo in questi giorni, le azioni da mettere in campo, investire il governo e ripartire con altre certezze e cronoprogrammi celeri. Indispensabile però, sarà superare realmente i ritardi ed assumersi, ciascuno per la propria competenza, le rispettive responsabilità per scongiurare quanto già sta accadendo: una città che continua a perdere pezzi importanti della sua economia e della sua storia».
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