- Oggi il Comitato Portuale di Livorno ha approvato il bilancio di previsione 2015 dell'Autorità Portuale che presenta un risultato economico positivo con un utile di esercizio di quasi tre milioni di euro e un avanzo di amministrazione di 16,5 milioni. Presentando il resoconto, il dirigente amministrativo della Port Authority, Simone Gagliani, ha sottolineato che si tratta di un «quadro finanziario positivo» all'interno del quale sono andate maturando «scelte complesse e coraggiose» di carattere anticiclico che hanno spinto l'Autorità Portuale di Livorno a «investire di più sul lato dell'infrastrutturazione del porto e ad imprimere, sia pure nell'ambito del rispetto delle esigenze di contenimento della spesa pubblica, una spinta propulsiva adeguata alle necessità del momento». L'ente portuale ha spiegato che, infatti, se da una parte si prevede di incamerare il prossimo anno 23 milioni di entrate correnti (13 di entrate tributarie e poco meno di nove provenienti dai canoni demaniali) e 22 milioni di euro di entrate in conto capitale, dall'altra si ipotizzano spese correnti per 15 milioni di euro e spese in conto capitale relative alla realizzazione di opere infrastrutturali e all'acquisto di aree portuali per quasi 39 milioni di euro. Sedici milioni di euro verranno spesi per l'acquisto dei piazzali ex RFI sulla sponda est della Darsena Toscana attraverso l'accensione di un mutuo quindicennale, nove milioni verranno utilizzati per i dragaggi (Darsena Toscana, Calata Bengasi, Imboccatura Sud-seconda fase), per il potenziamento dell'infrastruttura ferroviaria sulla sponda est della Darsena Toscana e per la realizzazione della connettività in fibra ottica tra il porto e l'interporto Vespucci, mentre altri quattro milioni provenienti dal fondo perequativo istituito con la legge finanziaria del 2007 saranno destinati alle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria in ambito portuale. Nel bilancio di previsione l'Autorità Portuale ha previsto anche un disavanzo finanziario di competenza di otto milioni di euro dovuto ad investimenti in conto capitale finanziati con risorse dall'ente, passivo che verrà coperto con i 24 milioni di euro dell'avanzo di amministrazione. L'avanzo di cassa previsto è di 39,5 milioni di euro.
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- Il Comitato Portuale ha approvato all'unanimità anche il Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2015-2017 che include 31 progetti e investimenti per 121 milioni di euro, di cui 42 milioni nel primo anno e 40 milioni sia nel secondo che nel terzo anno. Tra i principali interventi figurano tre attività di dragaggio: quelle che verranno svolte davanti alla Darsena Toscana, quelle relative alla imboccatura sud del porto (seconda fase) e quelle in prossimità della Calata Bengasi. Tutte e tre saranno realizzate nel 2015 e costeranno la prima 17 milioni di euro, la seconda otto, la terza 2,5 milioni. L'anno successivo verranno dragati i fondali della Calata del Magnale (quattro milioni di euro), della Darsena Petroli (tre milioni) e del Pontile 12 e 13 (cinque milioni), mentre nel 2017 verranno completati i lavori di escavo in prossimità del Canale di Accesso, lato Torre del Marzocco (tre milioni) e quelli di riprofilamento della banchina di fronte alla torre di avvistamento rinascimentale (10 milioni di euro). Il programma include anche i lavori di costruzione del nuovo magazzino in Zona M-K, alla radice dell'Alto Fondale, che costeranno due milioni di euro nel 2015 e quasi 5,5 milioni nel 2016, e quelli che consentiranno la trasformazione della prima Vasca di Colmata nel futuro terminal contenitori della Piattaforma Europa (2,5 milioni nel 2016). Previsti infine, per il 2017, i lavori di ammodernamento del porto di Capraia, cui verranno destinati otto milioni di euro. Complessivamente le opere verranno finanziate in parte con le entrate proprie dell'Autorità Portuale, che ha una disponibilità finanziaria complessiva di quasi 50 milioni di euro (35 per il 2015, sette per il 2016 e altri sette per il 2017), in parte con i finanziamenti regionali, in parte con i soldi del Fondo Perequativo istituito con la finanziaria del 2007 e in parte con il Fondo IVA (art 18 bis legge 84/94) istituito a seguito dell'approvazione del Decreto Sviluppo del 2012 e che attribuisce a ciascun porto l'80% dell'1% dell'Iva dovuta sulla importazione delle merci nel territorio di competenza (il restante 20% viene distribuito con finalità perequative).
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- Nella riunione odierna è stata inoltre approvata la delibera con la quale la cementeria Sacci, società specializzata nella produzione di materiali per l'edilizia, si è aggiudicata il rinnovo della concessione, per quattro anni, su quasi novemila metri quadrati dislocati presso la zona Calata del Magnale. A richiedere la concessione erano stati, oltre alla Sacci, anche Mediterranea Trasporti, Unicoop Impresa e la GMT. Le ultime tre offerte sono state bocciate. Unicoop, infatti - ha spiegato l'Autorità Portuale - è già concessionaria di un'area demaniale presso la Calata Pisa e per legge (art. 18, comma 7, legge 84/94) non può chiederne un'altra per le stesse attività merceologiche; inoltre la società svolge attività di movimentazione e deposito dei rotabili mentre sia il Piano Operativo Triennale che l'approvando Piano Regolatore Portuale pur prevedendo, in regime residuale, deroghe per attività diverse, come quelle svolte da Sacci, destinano l'area Calata del Magnale al polo dei prodotti forestali. I problemi di Unicoop sono simili a quelli della C. Steinweig - GMT S.r.l., che - ha precisato l'authority portuale - in prevalenza non svolge operazioni che abbiano ad oggetto i prodotti forestali (ha avanzato una richiesta principalmente per il deposito e la movimentazione di materiale non ferroso) e che in cambio dell'acquisizione della concessione ha previsto un piano industriale con livelli occupazionali e investimenti finanziari minori rispetto a quanto prospettato dalla Sacci. È stata esclusa, infine, anche Mediterranea Trasporti che, pur operando nel comparto dei forestali, è già concessionaria di un'area demaniale per la movimentazione dello stesso prodotto; inoltre la società non ha presentato un piano di investimenti tale da giustificare l'ottenimento di una concessione ultra-quadriennale (otto anni) sull'area della Calata del Magnale. La Sacci, che oggi dà lavoro a 25 persone e che si appresta a cedere il ramo d'azienda al gruppo multinazionale del cemento Lafarge (è infatti stato predisposto un accordo di ristrutturazione dei debiti), prevede di utilizzare lo stabilimento di Livorno come punto strategico per sviluppare i traffici verso il Nord Africa e stabilizzare quelli nazionali. Nel piano industriale presentato all'atto della richiesta di concessione è prevista una movimentazione di 400mila tonnellate di cemento all'anno e vengono prospettati nuovi investimenti nell'ordine di circa 300mila euro.
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