- Il forzato rinvio dei lavori di dragaggio e di riadeguamento del terminal contenitori al Molo Polisettoriale a causa di controversie sull'aggiudicazione delle opere che generano ripetuti interventi della giustizia amministrativa è la principale causa della drammatica crisi del porto di Taranto, ma non è la sola. Lo sottolinea il presidente dell'International Propeller Club Porto of Taras, Michele Conte, evidenziando che l'area portuale negli anni duemila, grazie alla ristrutturazione del Molo Polisettoriale, aveva determinato la realizzazione diretta e indiretta di oltre mille posti di lavoro che però si stanno perdendo giorno dopo giorno e spiegando che nell'individuare i motivi di tale decadenza si trascura «di considerare il drastico ridimensionamento delle attività di sbarco delle materie prime e l'imbarco dei prodotti siderurgici, del contenimento dei prodotti petroliferi e la mancata attrattività per altri settori dello shipping.
-
- «L'attrattività di un porto - rileva Conte - si misura in continuo adeguamento delle infrastrutture, e certo l'Italia in generale non lo è, e Taranto ancora meno. Le infrastrutture sono le banchine, i fondali e gli spazi retroportuali, ma è necessaria anche la chiarezza nei programmi di sviluppo del territorio, nelle normative che regolano gli investimenti esteri nel tempo. Cose che a Taranto mancano del tutto».
-
- «Alcuni operatori portuali, a proprie spese - ricorda il presidente del Propeller Club di Taranto - hanno dovuto ricorrere al Tar per l'annullamento di una delibera incomprensibile del consiglio comunale che ha come unico effetto quello di ritardare, sine die, l'approvazione, da parte della Regione Puglia, del Piano Regolatore Portuale».
-
- «L'incertezza della esecuzione dei dragaggi - osserva Conte - tiene lontani dai porti italiani gli investitori stranieri. Il prossimo 19 febbraio Roma ci sarà un convegno organizzato da Assoporti, Federazione del Mare e Federagenti dal titolo “No dragaggi? No navi”! e questo dovrebbe far riflettere chi crede che basta appaltare i lavori di dragaggio perché questi si possano realizzare nei tempi ipotizzati. Se Assoporti e Confcommercio “perdono tempo” per organizzare un convegno nazionale forse vuol dire che qualche problema oltre le beghe tra appaltatori e committente ci sarà».
-
- «Ma forse - aggiunge Conte - non tutto è perduto. Chissà che la Grecia che ci ha portato via il traffico dei contenitori - spiega - non ce li restituisca su iniziativa di Tzipras. Il nuovo governo greco ha minacciato di fare marcia indietro sulle privatizzazioni e concessioni nel porto del Pireo. Dobbiamo sperare in questo che Evergreen sia costretta dai greci a tornare a Taranto? E se ciò accadesse saremmo pronti a ricevere le nuove navi da 18.000 mila teu che saranno consegnate dai cantieri giapponesi nel 2018 in armamento alla Evergreen? Sì, perché al di là delle decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, se le criticità delle norme e procedure che ancora caratterizzano l'esecuzione dei dragaggi non vengono rimosse - sottolinea Conte - bisognerà traguardare il 2018 come possibile termine dei lavori».
-
- Intanto, per fare il punto sulle attività di trasporto nel Mediterraneo, il Propeller Club Port of Taras, su iniziativa del Propeller nazionale, parteciperà alla fine del prossimo aprile ad una visita ufficiale al porto contenitori marocchino di Tanger Med.
|