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A maggio il traffico delle merci movimentato dal porto di Ravenna è calato del -9,2%
Flessione del -3,9% nei primi cinque mesi del 2015.Di Marco: troppi si dimenticano che ad inizio febbraio abbiamo avuto l'alluvione più devastante degli ultimi 50 anni
30 giugno 2015
Il traffico delle merci movimentato lo scorso mese dal porto di Ravenna ha registrato una diminuzione del -9,2% scendendo a 2,1 milioni di tonnellate rispetto a 2,3 milioni di tonnellate nel maggio 2014. Le merci secche sono ammontate ad un totale di 1,4 milioni di tonnellate (-6,1%), di cui 521mila tonnellate di prodotti metallurgici (+4,2%), 481mila tonnellate di minerali greggi, manufatti e materiali da costruzione (+7,8%), 194mila tonnellate di derrate alimentari (-37,9%), 135mila tonnellate di prodotti agricoli (+30,8%), 61mila tonnellate di concimi (-45,1%) e 30mila tonnellate di combustibili e minerali solidi (-19,0%). Le rinfuse liquide si sono attestate a 332mila tonnellate (-17,8%), di cui 194mila tonnellate di prodotti petroliferi (-17,0%), 83mila tonnellate di prodotti chimici (+3,5%) e 56mila tonnellate di derrate alimentari (-38,7%). Le merci containerizzate hanno totalizzato 232mila tonnellate (-2,0%) e quelle su trailer e rotabili 126mila tonnellate (-26,6%).
Nei primi cinque mesi del 2015 il porto ravennate ha movimentato complessivamente 9,9 milioni di tonnellate di merci, con una flessione del -3,9% rispetto a 10,3 milioni di tonnellate nel periodo gennaio-maggio dello scorso anno. Le merci allo sbarco sono stati pari a 8,5 milioni di tonnellate (-3,9%) e quelle all'imbarco a 1,4 milioni di tonnellate (-4,1%). Globalmente le merci secche sono diminuite del -2,3% a 6,7 milioni di tonnellate. In calo (-7,5%) anche le rinfuse liquide, che sono scese a 1,6 milioni di tonnellate, e i carichi ro-ro, che si sono attestati a 590mila tonnellate (-19,9%). Le merci in container sono invece cresciute del +3,1% a 996mila tonnellate e sono state realizzate con una movimentazione di contenitori pari a 93.401 teu (+10,1%).
«Dall'inizio dell'anno - ha commentato il presidente dell'Autorità Portuale di Ravenna, Galliano Di Marco - abbiamo perso il 4% di traffico rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. È un dato che rispetta le nostre previsioni di inizio anno e che va correttamente contestualizzato. In queste ultime settimane, infatti, sono stati riportati dalla stampa dati che non coincidono con quelli in nostro possesso, frutto o di errore o di strumentalizzazione». Di Marco ha puntualizzato quanto incide la limitata profondità dei fondali del porto sul volume dei traffici: «se si esaminano i dati di cui noi e la Capitaneria di Porto disponiamo - ha spiegato - si evince che il problema dell'avamporto ha inciso molto meno di quanto si voglia far credere. Se prendiamo il periodo gennaio-maggio 2015 e lo confrontiamo con lo stesso periodo del 2014, relativamente al numero di navi arrivate con un pescaggio uguale o superiore alle 30.000 tonnellate di stazza lorda che trasportano derrate alimentari secche o in colli, si sono “perse” circa due navi per un totale di 113.000 tonnellate. Nel settore dei cereali e agricolo anche Venezia ha perso traffico, a dimostrazione del fatto che il fenomeno di navi costrette ad allibare a Venezia o Koper prima di venire a Ravenna non è legato tanto all'avamporto quanto al più generale problema dei fondali del porto di Ravenna, problema noto da oltre 20 anni. Peraltro, i peggiori mesi in assoluto sono stati dicembre 2014 e gennaio 2015, prima che ci fosse l'alluvione e subito dopo che avevamo fatto il dragaggio in avamporto del 2014».
«Venezia e Koper - ha proseguito il presidente dell'authority portuale - crescono nei container proprio perché lì possono allibare navi più grandi sia per il maggior fondale che per le condizioni geometriche di ingresso delle navi che penalizzano da sempre Ravenna: oltre a scavare - ha ricordato Di Marco - bisogna migliorare la curva di ingresso per le navi, altrimenti sarebbe inutile fare un nuovo terminal per i contenitori. Lo abbiamo detto con chiarezza nel Comitato Portuale del 30 gennaio scorso ed oggi lo ribadiamo. Nonostante ciò, nel periodo gennaio-maggio, a Ravenna registriamo un'inversione positiva nella movimentazione dei container (+10,12%) grazie al grande lavoro che i due operatori nel settore dei container (TCR e Setramar) stanno facendo, nonostante un evidente problema di fondale che speravamo di poter risolvere realizzando una cassa di colmata provvisoria a Trattaroli (ipotesi svanita per il sequestro dell'area, con gravi danni sia economici che di immagine per l'Autorità Portuale di Ravenna)».
Di Marco ha inoltre rilevato che troppi si dimenticano «che ad inizio febbraio abbiamo avuto l'alluvione più devastante degli ultimi 50 anni e che questa calamità naturale, oltre che in avamporto, ha creato grossi problemi a molte banchine del nostro porto, banchine vetuste e da ristrutturare per la gran parte. Proprio ieri - ha annunciato - è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, per la pubblicazione, così come la legge impone, il bando di gara per la rimozione del cosiddetto “dosso” venutosi a creare in avamporto, per un importo di oltre 2,5 milioni di euro. Entro l'8 luglio il bando sarà dunque pubblicato in GURI, le offerte dovranno essere presentate entro il 5 agosto, il 6 agosto saranno aperte per individuare l'aggiudicatario del servizio e, una volta fatte tutte le verifiche di legge, si potrà partire, a settembre, con l'intervento. Tra il materiale immerso in mare l'anno scorso e quello che vi porteremo quest'anno, saranno circa 400.000 i metri cubi di materiale di escavo cui si è trovata - unica soluzione possibile - collocazione in aree di deposito in mare. Da oltre 15 anni ciò non accadeva in questo porto ed è prassi assolutamente inusuale sia in Italia che in Europa. A Ravenna si è riusciti a farlo perché la Regione Emilia Romagna, Arpa e la Capitaneria di Porto hanno regolarmente autorizzato tale procedura attraverso le Conferenze dei Servizi convocate dall'Autorità Portuale ai sensi della legge 84/94».
«Stiamo lavorando - ha precisato Di Marco - anche su altro bando, sempre per circa tre milioni di euro, per la sistemazione delle banchine colpite dall'alluvione. E questo senza aspettare di sapere se saremo inseriti o meno nella lista delle opere regionali da realizzare per calamità naturale e senza aspettare che si compiano i lunghi iter delle pratiche assicurative».
«Non è più tempo - ha concluso il presidente dell'Autorità Portuale - di polemiche e, aggiungo, di falsità e strumentalizzazioni di qualunque tipo. È ora di rimboccarsi le maniche, gestire l'emergenza laddove essa vi sia e, non appena questa sarà superata, ripartire, remando tutti nella stessa direzione, quella dell'approfondimento dei fondali di questo nostro porto, unico progetto in grado di garantirne la sopravvivenza, con tutto ciò che in termini di occupazione questa significa».
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