- In occasione del convegno “Riforma portuale: quale ruolo per il porto di Salerno?”, che è stato promosso dal The International Propeller Club Port of Salerno e che si è svolto venerdì presso la Camera di Commercio della città campana, gli operatori e le istituzioni di Salerno hanno ribadito la loro contrarietà alla creazione di un unico ente amministrativo per i porti di Napoli e di Salerno ipotizzata dal progetto di riforma della legislazione portuale predisposto dal governo.
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- «La situazione - ha sottolineato Giovanni Di Mauro, rappresentante dei doganalisti della Campania e della Calabria - è preoccupante. I nuovi assetti della riforma, con la previsione di un'unica Autorità di sistema a Napoli, rischiano di allungare anziché snellire la filiera burocratica».
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- Orazio De Nigris, amministratore delegato di Salerno Stazione Marittima, società il cui scopo è di promuovere lo sviluppo del traffico crocieristico a Salerno, ha osservato che «il Comitato Portuale, così come previsto dalla legge 84/94, rappresentava la camera di compensazione degli interessi delle diverse categorie, un tavolo tecnico dove affrontare le problematiche. Ora - ha evidenziato - questo strumento viene meno. Le questioni saranno affrontate da un Comitato di gestione, diretta espressione della politica».
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- Per Tino Iannuzzi, deputato del Partito Democratico che ha recentemente posto la questione in un'interrogazione parlamentare, «la battaglia deve puntare ad ampliare il fronte della discussione, raccogliendo attorno a se gli scontenti. Il luogo - secondo il parlamentare - è la Conferenza Stato-Regioni. È lì che ci sono le condizioni per poter agire concretamente sulla normativa». Iannuzzi ritiene che il criterio sia «la costituzione di una sedicesima Autorità di sistema a Salerno. O, quantomeno, la previsione di un'ampia autonomia dei singoli porti su concessioni, autonomia finanziaria, governo della manutenzione ordinaria e straordinaria». «L'Autorità di sistema - ha rilevato - non serve né a Salerno né a Napoli. Il porto partenopeo viene da anni di mancato processo governativo, deve concentrarsi principalmente sul suo rilancio».
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- Concludendo l'incontro, al quale hanno partecipato anche Giuseppe Amoruso, responsabile risorsa mare di Confindustria Salerno, ed Elio Spagnolo, capo area amministrazione dell'Autorità Portuale di Salerno, il presidente del Propeller Club di Salerno, Alfonso Mignone, ha affermato che «il diritto e le peculiarità dei territori, in una materia così particolare e delicata come quella portuale, devono prevalere sulle mere convenienze politiche. La riforma, così com'è congegnata - ha aggiunto - non appiana il gap competitivo della portualità italiana né tiene conto dei necessari criteri meritocratici». Secondo Mignone, le alternative sono «la piena autonomia di Salerno, la costituzione di sei Autorità logistiche nazionali o, quella preferibile, la ricostituzione di un ministero del Mare in grado di assumere la cabina di regia del settore».
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