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Marcucci: la Corte Costituzionale ha detto inequivocabilmente che chi non è regolato dall'ART non può essere chiamato a pagare
Il presidente di Confetra ha sottolineato che le imprese che fanno capo all'associazione svolgono attività che non rientrano nella competenza dell'Authority
13 aprile 2017
La Corte Costituzionale ha stabilito che le norme primarie in materia di contributi all'Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) non presentano profili di incostituzionalità perché stabiliscono sia il tetto massimo di contribuzione, non superiore all'uno per mille del fatturato, sia la platea dei soggetti chiamati al versamento, costituita solo da coloro che svolgono attività nei confronti delle quali l'ART ha concretamente esercitato le proprie funzioni regolatorie istituzionali.
Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, ha accolto con favore la pronuncia della Corte Costituzionale dello scorso 7 aprile (n. 69): «esprimiamo soddisfazione per la sentenza della Consulta - ha sottolineato il presidente della Confederazione, Nereo Marcucci - le nostre imprese svolgono attività che non rientrano nella competenza dell'ART e ora la Corte Costituzionale ha detto inequivocabilmente che chi non è regolato non può essere chiamato a pagare».
Confetra ha ricordato che la pronuncia della Consulta è conseguente all'ordinanza di rimessione che il TAR del Piemonte (la sede dell'ART è Torino) ha emesso relativamente a una serie di ricorsi presentati da imprese di trasporto private e dalle associazioni di categoria del settore tra cui Confetra assieme alle federazioni aderenti Fedespedi, Fedit, Assologistica, Trasportounito e all'associazione degli autotrasportatori Anita. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte aveva sollevato eccezioni di incostituzionalità che la Corte ha respinto. Ora toccherà quindi al Tribunale Amministrativo giudicare i ricorsi sulla base di quanto la Corte Costituzionale ha stabilito.
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