- Questa mattina a Trieste il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha sottoscritto il decreto attuativo sulla gestione dei punti franchi, firma odierna - ha sottolineato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, che rappresenta «una data epocale perché - ha spiegato - in meno di un anno abbiamo reso operativo uno strumento che per 23 anni nessuno ha avuto la forza, ma soprattutto la voglia, di portare a compimento. Convegni, proclami e strumentalizzazioni sull'argomento - ha ricordato D'Agostino - ma nessun atto concreto. Solo grazie al lavoro sinergico svolto assieme alla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, all'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e al governo, si è arrivati a una svolta definitiva sull'annosa questione del Porto Franco Internazionale di Trieste».
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- L'AdSP, che gestisce il porto di Trieste, ha ricordato che l'articolo 6 della legge n. 84 del 1994 sul riordino della legislazione in materia portuale prevedeva che il ministro dei Trasporti, sentita l'Autorità Portuale dello scalo giuliano, stabilisse con decreto l'organizzazione amministrativa per la gestione dei punti franchi compresi nella zona del Porto Franco di Trieste, provvedimento che sino ad oggi non era ancora stato emanato e la cui mancanza ha comportato che la gestione dei punti franchi si sostenesse finora grazie alla collaborazione tra le amministrazioni coinvolte nella gestione dello scalo. «Naturalmente - ha rilevato D'Agostino - una situazione come questa non è riuscita a determinare l'effettivo sviluppo delle enormi potenzialità che questo regime comporta. Oggi - ha ribadito - si apre una nuova era per il porto e per Trieste».
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- L'ente portuale ha evidenziato che, «con l'emanazione del nuovo decreto, previsto dal decreto legislativo del 4 agosto 2016 che ha creato le nuove Autorità di Sistema Portuale, si semplifica la gestione dei punti franchi, rendendoli più efficienti e più funzionali alle sfide globali che in questa fase storica il porto di Trieste è chiamato a sostenere» ed ha specificato che, «dettaglio di rilievo, è che, a differenza delle proposte passate, il presente decreto ha riconosciuto in modo organico l'attuale vigenza della normativa internazionale che caratterizza i punti franchi triestini, ma soprattutto ha evidenziato come l'Italia sia ancora impegnata nel rispetto della volontà del legislatore internazionale. Non a caso - ha precisato l'AdSP del Mare Adriatico Orientale - i richiami espliciti del decreto all'Allegato VIII del Trattato Internazionale di pace del 1947, al memorandum di Londra del 1954, ai decreti del commissario del governo del 1955 e del 1959, testimoniano da parte governativa la vocazione internazionale dello scalo giuliano, come unicum nel panorama del nostro paese».
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- Il decreto attuativo sottoscritto oggi prevede tra l'altro l'attribuzione all'AdSP del Mare Adriatico Orientale del potere di modificare l'area dei punti franchi. «È di certo - ha spiegato l'ente - la novità più importante, che attualizza i principi contenuti nell'Allegato VIII del Trattato di pace agli artt.18-20: il nuovo decreto prevede che tale valutazione sia in capo al presidente del porto, quale soggetto istituzionalmente deputato alla gestione dei punti franchi. L'Autorità avrà anche il potere di autorizzare le attività di manipolazione e trasformazione industriale delle merci nei punti franchi, fornendo assistenza tecnica agli investitori. Potrà inoltre riorganizzare le aree del Porto Franco per rispondere alle molteplici esigenze del commercio internazionale, prevedendo l'individuazione di aree specifiche da destinare alle attività industriali quali stoccaggio, manipolazione, trasformazione, e di aree in cui concentrare le attività del settore logistico legate al transito della merce. Importante - ha rilevato ancora l'ente portuale - il riferimento allo sviluppo ferroviario con l'attribuzione all'authority del compito di potenziare i collegamenti ferroviari e di vigilare sul rispetto delle regole di utilizzo delle infrastrutture. Infine non potevano mancare i compiti della promozione internazionale e della gestione della formazione, aspetti che rivestiranno un'importanza cruciale per il rilancio in chiave innovativa dei punti franchi triestini».
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- Anche la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia ha evidenziato come quella di oggi rappresenti «una svolta epocale che - ha confermato Debora Serracchiani - segna un momento storico per il porto di Trieste». La firma del decreto attuativo che norma il regime di punto franco internazionale dello scalo giuliano - ha osservato - «in concreto significa la possibilità di poter fare manifattura industriale, trasformazione delle merci e logistica in un sistema doganale unico in Europa. Lo sblocco di una situazione di stallo che attendeva una soluzione operativa da sessant'anni».
- Il ministro Delrio ha rimarcato le formidabili opportunità che, con la garanzia di poter operare in uno spazio extradoganale, la capacità di sviluppare impresa e l'offerta sui mercati internazionali dell'unico porto franco in Europa, si aprono per il porto di Trieste e di conseguenza per tutto il territorio regionale. «Una vocazione continentale, quella di Trieste - ha affermato il ministro - che fa parte della storia della città e che in questo caso può diventare una forza trainante per l'intero paese».
- «Il Porto Franco - ha concluso Zeno D'Agostino - ha quasi 300 anni, ma con questo decreto lo abbiamo riportato a nuova vita. Ora potremo dare certezze agli investitori internazionali e far diventare questo status una leva strategica da integrare con i poteri di pianificazione e i compiti di promozione propri dell'ente per un vero decollo del porto e del suo sistema logistico in ambito internazionale. Penso soprattutto agli sviluppi della Via della Seta, da oggi potremo giocare un ruolo finalmente decisivo: non saremo più solo un porto, ma un nodo chiave delle catene logistico industriali globali».
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