Trasportounito denuncia che in Italia, nel settore dell'autotrasporto, non ci sono più autisti italiani e che in un Paese caratterizzato da altissimi tassi di disoccupazione questo è il «frutto maturo di politiche sbagliate e suicide nel settore».-
- «La totale incapacità della politica, ma anche di soggetti che dovrebbero rappresentare il mondo dell'autotrasporto, di comprendere i segnali che arrivano quotidianamente dalla strada - ha accusato il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - si traduce in una reazione a catena ad alto rischio: gli autisti italiani, imprigionati anche in gabbie formative e obblighi difficilmente rispettabili, abbandonano il settore che diventa preda di autisti stranieri, sempre più spesso extra-comunitari con scarsissima qualificazione. Il tutto a spese dei livelli di sicurezza sulle strade e autostrade italiane. E i pochi autisti italiani che sono ancora in servizio, hanno una età media troppo alta».
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- «Ora - ha proseguito Longo - è emergenza e i partiti, che sono concentrati sulla loro campagna elettorale, dovrebbero avvertire la gravità dei pericoli e anche l'effetto paradosso fra i tassi di disoccupazione e l'incapacità di creare lavoro per imprese che vedono congelati nelle aree di sosta i mezzi e quindi gli investimenti che hanno attuato».
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- Per far fronte a questa situazione Trasportounito ha chiesto l'adozione di due misure che - secondo l'associazione sindacale - non sono prorogabili. Innanzitutto l'eliminazione del corso obbligatorio per la prima acquisizione della CQC (Carta di Qualificazione del Conducente) cui sono soggetti i conducenti dopo che hanno acquisito la patente C o CE. Trasportounito, ricordando che comunque rimarrebbe in vigore l'esame per l'ottenimento della qualificazione CQC, ha specificato che con tale soppressione «ai nuovi conducenti si eviterebbe un costo aggiuntivo di circa 2.500 euro, che costituisce una ulteriore barriera all'accesso a questa professione». Inoltre l'associazione ha chiesto «l'individuazione delle imprese-scuola, imprese cioè che, sulla base di determinati requisiti, possano provvedere all'addestramento dei giovani sugli autoarticolati, ottenendo una sgravio contributivo o incentivi di tipo fiscale per ciascun conducente formato».

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