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Porto di Genova, iniziative per velocizzare le procedure e far fronte all'emergenza causata dal crollo del viadotto Morandi
Banchero (Assagenti) denuncia la latitanza degli organi di governo, da cui - sottolinea - stiamo ricevendo solo silenzi sui provvedimenti urgenti, intollerabili a fronte di quello che stiamo subendo
31 agosto 2018
A Genova si stanno varando misure per velocizzare il flusso delle merci che passa per il porto del capoluogo ligure, anche con l'obiettivo primario di affrontare l'emergenza causata dal crollo del viadotto autostradale Morandi avvenuto lo scorso 14 agosto.
Autotrasportatori e agenzie marittime stanno definendo provvedimenti per agevolare la viabilità genovese e garantire l'efficienza delle operazioni logistiche, per rispondere in particolare ad una delle problematiche messe in evidenza dall'autotrasporto a seguito del crollo del viadotto che è costituita dagli spostamenti sull'asse est-ovest dei camion che devono scaricare e caricare container vuoti nei depositi interni e nei terminal portuali. Un tema che riguarda almeno 1.200 vetture al giorno, secondo i dati riportati dalle associazioni datoriali dell'autotrasporto.
Assagenti, l'associazione delle agenzie marittime genovesi, ha spiegato che in questo periodo, come accade generalmente sia dopo agosto che dopo il periodo natalizio, il numero di container vuoti presenti nel porto di Genova è rilevante a causa del rallentamento dell'export dovuto alla chiusura delle industrie.
Le prime misure concordate, sulle quali le agenzie rappresentanti le compagnie di navigazione si sono impegnate, riguardano la ripartizione del parco vuoti sui due principali bacini portuali di Genova, in modo da permettere lo scarico e il ricarico sullo stesso asse verticale (A26 per Voltri-Pra' e A7 per Sampierdarena); il bilanciamento import-export su Genova; la ricognizione e l'individuazione delle aree da adibire a deposito in ciascuno dei due bacini, in base alla effettiva necessità di spazi; la richiesta congiunta insieme alle associazioni dell'autotrasporto di estendere gli orari dei terminal e dei depositi dalle 4 alle 22, previo nulla osta da parte dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.
«Il rischio più grande che potrebbe verificarsi insieme alla paralisi del traffico - ha evidenziato il presidente dell'associazione degli agenti marittimi Assagenti, Alberto Banchero - riguarda la carenza di mezzi per trasportare la merce, che al momento devono sopperire anche all'interruzione dei traffici ferroviari diretti al bacino di Sampierdarena, stimati in circa 2.300 contenitori a settimana, e devono affrontare percorsi chilometrici più ampi».
Inoltre, assieme alle misure di tipo logistico, nei prossimi giorni si lavorerà per ridurre sensibilmente i tempi di attesa a causa di inefficienze funzionali e documentali, per permettere alle vetture di concludere i viaggi nel minor tempo possibile.
«Dobbiamo lavorare - ha specificato Banchero - come se avessimo due porti separati, Sampierdarena e Voltri-Pra'. Le nostre aziende stanno facendo un grande sforzo di riorganizzazione logistica in questi giorni per trovare un nuovo modus operandi. Ogni cambiamento repentino porta con sé problematiche, che vengono alla luce ora dopo ora e a cui vengono trovate soluzioni in continuo divenire. Gli operatori stanno lavorando al massimo delle proprie capacità per ridurre anche la minima inefficienza del sistema, attività che in queste ore è diventata prioritaria. Ci aspettiamo che ognuno faccia la sua parte, compresi gli organi di governo, dai quali aspettiamo concretezza da almeno due settimane e da cui, invece, stiamo ricevendo solo silenzi sui provvedimenti urgenti, intollerabili a fronte di quello che stiamo subendo».
Banchero ha precisato che, oltre a quello dei container, uno dei traffici più a rischio è quello dei carichi speciali, i cosiddetti project cargo: «una tipologia di merce - ha ricordato - che per dimensioni di carico transitava dalla A26 per raggiungere il bacino di Sampierdarena ed essere imbarcata. È difficile che alle condizioni di viabilità attuali possa essere mantenuto: l'A7 è sicuramente un tratto di difficile percorrenza per i mezzi preposti al trasporto. La problematica è stata portata alla luce da alcune delle nostre associate e la affronteremo a stretto giro sui tavoli competenti».
Intanto, con l'obiettivo di rispondere alla necessità di rendere più veloci le operazioni di controllo delle merci agroalimentari, l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l'associazione degli spedizionieri Spediporto e Confindustria Terminal Operators , assieme alla Regione Liguria Servizio Fitosanitario, hanno approvato un protocollo che prevede per questa tipologia di prodotti sbarcati nei terminal portuali genovesi una programmazione puntuale delle visite ispettive allo scopo di garantire l'esaurimento dei controlli al termine della giornata.
La nuova procedura, che affina il livello di interscambio informativo tra operatori e pubblica amministrazione, garantirà certezza nelle tempistiche dei controlli su migliaia di contenitori all'anno anche grazie ad un doppio turno operativo che coinvolgerà, oltre ai terminalisti e spedizionieri, il personale dell'istituto Fitosanitario. Sarà così possibile elevare il livello qualitativo dei controlli, ridurre i tempi ed i costi sulla merce.
«In un momento particolarmente difficile - ha sottolineato il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto - poter presentare una procedura che sostiene in modo così importante uno degli asset merceologici strategici di Genova è un primo importante successo per la merce e per il nostro scalo».
Le parti firmatarie del protocollo hanno evidenziato l'importante ruolo della Direzione Fitosanitaria che ha individuato con terminalisti e spedizionieri un modello operativo fortemente impegnato a migliorare i tempi di accertamento e verifica della merce. Uno sforzo rilevante reso urgentissimo dal crollo del ponte Morandi e che impegnerà a partire dal 10 settembre in poi il personale fitosanitario in un contesto amministrativo complesso.
L'iniziativa porterà anche ad una riduzione sensibile degli spostamenti di mezzi e di personale tra il bacino portuale di Sampierdarena e quello di Voltri-Pra', trasferimenti che oggi risultano impossibili o, per lo meno, molto complessi a causa del crollo del viadotto.
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