- Uiltrasporti denuncia che la riforma della normativa in materia di portualità introdotta a metà 2016 non decolla. «A due anni dall'emanazione della riforma della governance dei porti italiani con il varo delle AdSP sotto un'unica regia in grado di fare sistema per il bene Paese - spiega l'organizzazione sindacale - i risultati stanno spegnendo ogni entusiasmo iniziale. Mancano i segnali di visione generale necessaria alla crescita dei traffici e alla tutela dell'occupazione, che necessita di regole chiare e uguali per tutti porti, mentre per il momento l'unico risultato ottenuto pare l'essere passati da 25 a 15 forse 16 organismi, con l'istituzione di Messina/Reggio Calabria, che continuano ad agire come fossero repubbliche autonome».
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- «La cosa ancora più allarmante - secondo Uiltrasporti - è poi lo spostamento, in questi ultimi giorni, del dibattito politico su temi non prioritari, se non addirittura dannosi, sulla governance dei porti».
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- «La portualità italiana, riformata con la legge 84/94 - ricorda il sindacato - ha creato delle authority pubbliche, affidando loro il delicato compito di programmazione, regolazione e controllo delle aree demaniali marittime. Teorizzarne, come si sta facendo, la trasformazione in Spa pubbliche - osserva Uiltrasporti - significherebbe trasformarle in soggetti economici con la finalità del profitto piuttosto che della regolazione. Le conseguenze sarebbero rovinose, alimentando una concorrenza spietata tra i nostri scali e, ancor peggio, eliminando la terzietà di questi enti, per favorire in ogni scalo una competizione selvaggia tra gli operatori, con conseguenze negative sul mondo del lavoro».
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- «In uno scenario mondiale dove i meccanismi della concorrenza sono sempre più spietati e le compagnie di shipping, per non dire interi Stati sovrani, hanno messo in campo strumenti con i quali riescono a controllare interi segmenti della filiera logistica delle merci - rileva ancora Uiltrasporti - quello che occorre ai nostri porti per garantire uno sviluppo di sistema della portualità italiana, sono autorità di controllo pubbliche caratterizzate da terzietà, e coordinate e controllate a livello centrale».
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- «Prima di annunciare controriforme, che nulla hanno a che fare con la nota questione europea sulla tassazione delle authority - conclude il sindacato - sarebbe opportuno attuare appieno le riforme».
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