- La nave Aquarius dell'organizzazione non governativa Medici Senza Frontiere, attualmente nel porto di Marsiglia, è stata posta sotto sequestro preventivo a seguito di un'indagine condotta da Guardia di Finanza e Polizia e coordinata dalla Procura di Catania che avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 11 porti italiani (Trapani, Pozzallo, Augusta, Catania e Messina in Sicilia, Vibo Valentia, Reggio Calabria e Corigliano Calabro in Calabria, Napoli e Salerno in Campania, Brindisi in Puglia) di 24mila chilogrammi di rifiuti, tra rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, sbarcati sia dalla Aquarius che dalla Vos Prudence, un'altra nave impiegata dalla Ong. Sono complessivamente 24 gli indagati.
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- «Condanniamo con forza la decisione delle autorità giudiziarie italiane di sequestrare la nave Aquarius per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo. Una misura sproporzionata e strumentale, tesa a criminalizzare per l'ennesima volta l'azione medico-umanitaria in mare», ha detto Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per Medici Senza Frontiere, commentando l'annuncio del sequestro della nave. «Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini - ha denunciato - ora veniamo accusati di far parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l'estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare».
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- «Il provvedimento di sequestro della Aquarius, che comprende anche alcuni nostri conti bancari - ha specificato MSF - deriva da una lunga indagine della Procura di Catania sullo smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche. Ma tutte le nostre operazioni in porto, compresa la gestione dei rifiuti, hanno sempre seguito procedure standard. Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando abbiamo avviato le attività in mare nel 2015».
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- L'organizzazione non governativa ha ribadito la «piena disponibilità a collaborare con le autorità italiane, «ma - ha precisato MSF - contestiamo la ricostruzione della Procura e respingiamo categoricamente l'accusa di aver organizzato qualunque attività abusiva finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Dopo la valutazione del decreto di sequestro e un'analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, presenteremo ricorso al Tribunale del riesame».
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- «Siamo pronti - ha sottolineato il direttore generale MSF Italia, Gabriele Eminente - a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito, ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L'unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all'incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati».
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- Medici Senza Frontiere ha ricordato che, con cinque navi umanitarie attive in tre anni di operazioni in mare, l'organizzazione ha soccorso oltre 80.000 persone in coordinamento con le autorità marittime e nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali. L'Ong ha ricordato inoltre che la nave Aquarius, l'unica rimasta con a bordo un team medico di MSF, oggi è bloccata nel porto di Marsiglia «dopo due revoche della bandiera in due mesi, per concertate pressioni politiche».
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