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ALIS, no ai contributi richiesti dall'Autorità di Regolazione dei Trasporti
Di Caterina: l'imposta dello 0,6 per mille è un ulteriore balzello insostenibile per il comparto del trasporto intermodale
18 aprile 2019
ALIS - Associazione Logistica dell'Intermodalità Sostenibile ha annunciato che affiancherà le aziende associate che nei prossimi giorni presenteranno ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la delibera 141/2018 dell'Autorità di Regolazione dei Trasporti relativa alla misura e alla modalità di versamento del contributo dovuto all'Autorità di Regolazione dei Trasporti per l'anno 2019.
Specificando che la decisione è stata assunta dal consiglio direttivo di ALIS, il direttore generale dell'associazione, Marcello Di Caterina - ha spiegato che tale imposta dello 0,6 per mille è ritenuta «un ulteriore balzello insostenibile per il comparto del trasporto intermodale che, anche nell'attuale momento non positivo per lo stato di salute dell'economia italiana, riveste un ruolo primario nel tessuto produttivo ed imprenditoriale del Paese. Le motivazioni addotte dall'ART per sostenere l'introduzione di tale contributo richiesto alle grandi aziende del settore, quali l'accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture, la riduzione delle tariffe ferroviarie e dei pedaggi autostradali - ha sottolineato Di Caterina - sono assolutamente insufficienti a giustificare una misura di tale portata, specialmente in una fase recessiva dell'attuale situazione economica».
«Il paradosso per le aziende del cluster ALIS - ha proseguito il direttore generale dell'associazione - è che, nonostante abbiano investito cospicue risorse finanziarie in questi anni per rendere il trasporto sempre più sostenibile, vengano con tale misura fortemente penalizzate. Le recenti ricerche realizzate anche dal Centro Studi ALIS dimostrano che le aziende di autotrasporto nostre associate hanno contribuito nel solo 2018 alla riduzione di circa 1.200.000 tonnellate di emissioni di CO2, sottraendo dalle nostre strade, su direttrici intermodali superiori ai 600 chilometri, oltre 1.500.000 camion. Il rischio, inoltre, è che l'introduzione di ulteriori oneri per le aziende di autotrasporto italiano generi il ribaltamento dei costi sulla committenza e anche sperequazioni con la concorrenza estera non soggetta a tale misura».
«Per tali motivi, per le politiche sulla sostenibilità e per i riflessi impropri sul libero mercato - ha concluso Di Caterina - ALIS assisterà legalmente i propri associati che intenderanno proporre ricorso al TAR volto a richiedere una sospensiva dei termini previsti dalla delibera dell'ART».
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