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Nei primi nove mesi di quest'anno il traffico delle merci nel porto di Venezia è diminuito del -5,3%
Lo scalo portuale di Chioggia ha registrato una crescita del +34,8%
7 novembre 2019
L'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale ha reso noto che nei primi nove mesi di quest'anno i porti di Venezia e di Chioggia hanno movimentato 19,63 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -4,0% sullo stesso periodo del 2018 prodotto da una diminuzione del -5,3% dei volumi movimentati dal porto di Venezia e da una crescita del +34,8% di quelli movimentati dallo scalo portuale di Chioggia (+34,8%).
L'ente portuale ha specificato che «la flessione percentuale non è di per sé particolarmente significativa se si considera l'andamento storico dei flussi che a Venezia tendono a registrare un picco negativo nel terzo trimestre ed è anzi in linea con i dati 2018 e 2017. È piuttosto - ha rilevato l'authority - il rallentamento del primo semestre 2019, corrispondente alla frenata del commercio internazionale, a pesare sui volumi complessivi che si riducono in modo proporzionalmente uniforme sulle principali tipologie di carico: energetico, agroalimentare, siderurgico e chimico».
«In controtendenza - ha precisato l'ente - il settore dei container: nei primi tre trimestri 2019, infatti, il bilancio complessivo appare negativo (-3,8% pari a -17.729 teu) ma, considerando i soli contenitori pieni che producono effettivamente valore sul territorio, il risultato torna in positivo (+0,7% pari a +2.371 teu). In questo comparto pesa notevolmente la riduzione di pescaggio del porto veneziano che incide sulle toccate del servizio diretto».
«Evidenti le difficoltà del settore siderurgico che soffre un calo del 9,3% dei traffici nei primi nove mesi dell'anno a causa della diminuzione degli scambi di rinfuse siderurgiche. L'andamento incerto del comparto perdura dallo scorso settembre e fotografa uno scenario dove i maggiori produttori rimangono in attesa di capire le mosse di alcuni settori trainanti, come l'automotive, colpiti da importanti misure protezionistiche. Le previsioni intravedono un miglioramento degli scambi solo a partire dalla fine del primo trimestre 2020».
«Anche l'agroalimentare - prosegue l'analisi dell'authority portuale - vede un calo dei volumi movimentati del -15,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Pesano in particolare i minori approvvigionamenti di mais (-49%), grano tenero (-43%) e semi di soia (-10%). Compensa parzialmente il bilancio l'aumento degli sbarchi di farina di soia (+22%), in forte aumento sul mercato europeo dove gli USA hanno dirottato parte delle quote finora riservate alla Cina».
«L'aumento dell'1,7% dei crocieristi registrato tra gennaio e settembre 2019 conferma il buon risultato anno su anno (+1,4%)».
Relativamente al porto di Chioggia, positivi i risultati nei primi nove mesi del 2019 (+34,8% pari a +245mila tonnellate) grazie principalmente alla crescita del comparto minerali, cementi e calci (+21,4%) e alle merci varie (+72,6%) che comprendono anche i colli eccezionali e i prodotti siderurgici.
«I porti lagunari - ha osservato il presidente dell'AdSP, Pino Musolino - hanno perso circa 800mila tonnellate nel 2019. Lo scalo veneziano, con la sua vocazione industriale, risente dello scenario di incertezza internazionale che, alimentato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, perdura da quasi un anno e si ripercuote pesantemente sulla filiera manifatturiera europea. Il risultato negativo, quindi, è figlio delle dinamiche commerciali e industriali globali ma anche dell'impasse burocratico che ci impedisce di svolgere i necessari lavori di escavo in modo tale da conservare e migliorare l'accessibilità nautica. L'esempio più lampante è la perdita della nave porta contenitori da 8.500 teu che avrebbe dovuto toccare a Venezia lo scorso ottobre consolidando il nostro presidio lungo la Nuova Via della Seta. La situazione - ha recriminato Musolino - è ancor più frustrante se si considera che la risposta dei mercati rispetto ai nostri servizi è buona, prova ne è il risultato in crescita dei contenitori pieni, segnale che le aziende del nordest hanno la necessità di disporre di un porto efficiente da cui imbarcare i propri prodotti e approvvigionarsi».
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