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Il Freight Leaders Council chiede l'avvio di una “fase 3” per rilanciare la competitività della logistica
Esortazione al governo a velocizzare l'applicazione di misure, elaborate con un metodo chiaro e condiviso
28 aprile 2020
Se il governo italiano ha illustrato domenica scorsa la “fase due” per il contenimento della pandemia di Covid-19, cioè le nuove misure per affrontare la crisi sanitaria che prevedono a partire dal prossimo 4 maggio un allentamento delle restrizioni alla mobilità e alle attività attualmente in vigore, il settore nazionale della logistica ha bisogno di avviarsi urgentemente verso una “fase tre”.
Lo sostiene Massimo Marciani, il presidente del Freight Leaders Council, l'associazione tra aziende della logistica, secondo cui, «la logistica, che non si è mai fermata, ha bisogno di entrare velocemente nella fase 3. Per natura - ha spiegato - questo settore si muove in contesti internazionali dove la competizione negli ultimi anni è stata molto dura. Le nostre aziende hanno imparato a gestirla, tanto che prima della crisi, il settore intravedeva notevoli spiragli di ripresa. Ora che l'Italia ha scoperto la centralità di questa attività, fondamentale per le industrie, il Made in Italy, ma anche per la vita quotidiana dei cittadini, occorre guardare alla nuova normalità di questo servizio. Renderlo resiliente, aiutandolo a fare un passo in avanti grazie alla digitalizzazione dei processi e allo snellimento delle pratiche burocratiche. Le aziende - ha sottolineato Marciani - sono pronte a fare la propria parte, ma il governo dovrebbe velocizzare l'applicazione di misure, elaborate con un metodo chiaro e condiviso, tese ad azzerare il gap competitivo che comincia a diventare evidente con altri paesi europei che stanno già avviando la ripresa o che hanno interrotto solo parzialmente le attività».
L'associazione ha evidenziato che «la logistica è in sofferenza e rischia di fare passi indietro, perdendo competitività, nella fase 2 che si aprirà dal prossimo 4 maggio. Confusione metodologica, difficoltà di interpretazione delle norme, incertezza sulle regole, mancanza di coordinamento a livello territoriale, ma soprattutto una ripartenza asimmetrica a livello economico e territoriale - ha denunciato il Freight Leaders Council - rischiano di affossare definitivamente il settore». L'associazione ha precisato che si tratta di una sofferenza che «poggia su una perdita dei flussi che va dal 30 al 90 per cento (in base alla filiera di riferimento) e su difficoltà economiche legate alla crisi di liquidità» e che «questa situazione rischia di peggiorare a causa dell'asimmetria con cui i diversi Stati europei stanno affrontando la ripartenza».
«Basterebbe indicare con chiarezza - ha osservato Marciani - protocolli comportamentali nei diversi contesti, prevedendo controlli ad hoc, per rimettere in moto del tutto il settore e dare la possibilità al Made in Italy di avere servizi completi a disposizione per raggiungere il resto del mondo, oltre che l'intero territorio italiano. È indispensabile che il governo condivida con il settore una metrica e un metodo di valutazione dell'efficacia degli interventi che ha programmato. Il rischio è che la logistica italiana faccia un passo indietro incidendo sulla competitività dell'intero sistema economico nazionale».
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