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L'Unione Piloti denuncia l'esclusione dei piloti dei porti dalle misure di sostegno del decreto Rilancio
Bellomo: non riusciamo a comprendere come mai i piloti non sono stati considerati meritevoli dello stesso sostegno, assicurato al servizio di ormeggio, per il calo dei traffici dall'emergenza Covid-19
25 maggio 2020
L'Unione Piloti lamenta che nell'ultimo provvedimento governativo volto a sostenere le attività economiche colpite dagli effetti della pandemia di coronavirus non sono stati tenuti in alcuna considerazione i piloti portuali nonostante abbiano anch'essi subito l'impatto della crisi. Riferendosi all'articolo 199 del decreto-legge “Rilancio” dello scorso 19 maggio che reca disposizioni in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi, e in particolare al comma 6 che riconosce indennizzi sino a 24 milioni di euro agli operatori dei servizi di ormeggio a causa delle ridotte prestazioni effettuate a causa della crisi, nonché alle misure di sostegno per i soggetti fornitori di lavoro portuale temporaneo (ex art. 17 della legge 84/94), il presidente dell'Unione Piloti, Vincenzo Bellomo, ha denunciato che analoghi aiuti non sono stati previsti per altre realtà portuali.
Rilevando che le “ridotte prestazioni di ormeggio” a cui fa riferimento il decreto sono dovute ai mancati approdi delle navi, Bellomo ha evidenziato che ciò ha comportato minori introiti anche per la parte rimanente del cluster portuale. «Invero - ha precisato il presidente dell'Unione Piloti - le Corporazioni Piloti italiane, pur in presenza di drammatica diminuzione dei traffici e quindi, notevole decremento di introiti, i loro dipendenti non hanno visto un solo giorno di cassa integrazione, facendo gravare tutto il peso economico sui piloti effettivi».
«La legge - ha ricordato Bellomo - ha riconosciuto il pilotaggio come servizio pubblico e di interesse fondamentale per la sicurezza della navigazione, svincolandolo pertanto da qualsiasi condizionamento di carattere privatistico; i piloti sono i primi a salire a bordo della nave e gli ultimi a scendere e non sono mai venuti meno - soprattutto in questo ed in qualsiasi altro periodo di emergenza - al loro dovere di garantire la sicurezza della navigazione e la continuità dei traffici commerciali».
«Il servizio di pilotaggio, come noto - ha ricordato ancora Bellomo - con il Regolamento europeo 352/2017 è stato escluso dalla liberalizzazione, rimanendo in capo ad esso un penetrante controllo e vigilanza sul suo esercizio. Ne è un esempio la determinazione delle tariffe che devono essere effettivamente, come del resto fino ad oggi avvenuto, strettamente legati ai costi per il servizio aumentato della giusta remunerazione per i piloti. Bisognerà non sottovalutare che, senza una misura compensatrice - ha osservato il presidente dell'Unione Piloti - i mancati introiti dovuti alle ridotte prestazioni si ripercuoterà inevitabilmente sulle tariffe per l'approdo delle navi, con un intuibile loro sensibile aumento e - in una situazione di questo tipo, in occasione dei rinnovi tariffari - non si potranno invocare la consueta sensibilità ed il senso di responsabilità per la ripresa dei traffici».
«Pertanto, non avendo notizia che il servizio di pilotaggio sarà destinatario di un provvedimento ad hoc - ha sottolineato Bellomo - non riusciamo a comprendere come mai i piloti non sono stati considerati meritevoli dello stesso sostegno, assicurato al servizio di ormeggio, per il calo dei traffici nei porti italiani derivanti dall'emergenza Covid-19. Si osserva che l'aver fornito sostegno solamente ad uno dei servizi del cluster portuale, non sia risolutiva del problema. Se, le tariffe d'ormeggio non saranno gravate dei costi derivanti dagli effetti Covid-19, altrettanto non si può dire degli altri servizi portuali e del servizio di pilotaggio che, per effetto degli prevedibili aumenti tariffari dei servizi resi in occasione dell'approdo della nave, si potrebbe determinare una condizione che provoca una minore capacità concorrenziale degli scali italiani, ponendoli fuori mercato con evidenti conseguenze anche per lo stesso servizio d'ormeggio».
«Siamo certi - ha concluso il presidente dell'Unione Piloti - che la ministra Paola De Micheli, qualora volesse concederci l'immenso onore di dedicarci un po' del suo preziosissimo tempo, potrebbe riconsiderare l'inserimento del servizio di pilotaggio tra i destinatari delle misure di sostegno all'economia, riconoscendo così la professionalità ed il ruolo fondamentale dei piloti, orgogliosamente rivendicata, che si svolge dalla fase di ingresso in porto a quella finale di partenza ed esercitata, fuori da ogni retorica, con la dedizione e l'amore che ogni pilota ha della propria professione».
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