- «Occorre prendere coscienza del fatto che il mare per noi è fondamentale». Lo ha sottolineato ieri il presidente della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), Mario Mattioli, intervenendo presso la sede dell'associazione armatoriale alla seconda de “Le Giornate del Mare” organizzate da Limes. Mattioli ha specificato che tuttavia «abbiamo perso terreno nei confronti dell'estero».
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- «L'allarme lanciato dalla logistica nazionale, che sconta un gap di competitività che ha raggiunto i 70 miliardi di euro - ha proseguito il presidente di Confitarma - sembra aver dato una scossa al sistema. Ma ancora una volta, l'attenzione agli interessi nazionali sembra essere riservata principalmente agli attori logistici di terra, attenuandosi nei confronti degli operatori marittimi. Eppure, come tutti sappiamo, il mare è il primo e determinante anello della filiera logistica nazionale». «Mi fa piacere sottolineare - ha precisato Mattioli - che l'importanza del mare sia stata ormai riconosciuta anche da Confindustria, che, per la prima volta ha nominato un vice presidente con specifica delega all'economia del mare».
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- Eppure, ha osservato Mattioli, «il nostro Paese lascia una componente socio-economica così importante senza una guida unitaria, una cabina di regia che sappia regolare i diversi interessi mettendoli a fattor comune per il bene della società. Ci deve essere sinergia tra tutti gli attori - istituzioni e industria - dell'economia blu perché siamo tutti connessi. Ora dobbiamo allearci, e far sì ci sia una cabina di regia che parli con una voce sola, altrimenti si complica invece di semplificare».
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- «Sottolineo che la sfida che nelle prossime settimane attende la nostra amministrazione - ha concluso Mario Mattioli - è fondamentale per la marittimità nazionale. Mi riferisco all'estensione dell'impianto normativo del Registro Internazionale e della tonnage tax alle bandiere comunitarie, come richiesto dalla Commissione, che dovrà essere necessariamente perimetrato limitando i beneficiari alle sole compagnie armatoriali ubicate in Italia, così tutelando la rotta dell'interesse nazionale, della sua industria e del suo indotto».
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