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Santi (Federagenti): dal governo solo deboli cenni all'importanza strategica dei porti, dell'economia marittima e della logistica
Lettera aperta al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili
5 marzo 2021
Alessandro Santi, presidente di Federagenti, la federazione degli agenti marittimi italiani, ha inviato una lettera aperta ad Enrico Giovannini, il nuovo ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, missiva - ha scritto Santi - che vuole essere «un contributo reale al governo di questo Paese affinché vengano compiute le uniche scelte in grado di determinarne il rilancio».
«I porti, l'economia marittima e la logistica, questo il campo nel quale le nostre aziende operano - ha evidenziato il presidente di Federagenti - contribuisce al PIL del Paese per quasi il 10%. I nostri porti producono un gettito fiscale di oltre 15 miliardi all'anno. Il sistema trasportistico e logistico che fa perno sui porti determina in modo decisivo e strategico la competitività delle aziende italiane sui mercati internazionali. Eppure - ha lamentato Santi - anche nel programma di questo governo, vediamo solo deboli cenni all'importanza strategica di questo comparto».
«Lei - prosegue la lettera - è stato chiamato a ricoprire una posizione fondamentale anche in relazione al PNRR con lo scopo di risollevare il Paese da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti, determinata dalla pandemia. Ci rivolgiamo per questo a lei fornendole tutta la disponibilità possibile a collaborare, in particolare per offrirle una chiave di lettura dei numeri che questo Paese, troppe volte definitosi una portaerei allungata sul Mediterraneo, evidentemente continua a ignorare. Senza porti, trasporti marittimi e logistici efficienti, molti se non tutti gli investimenti che verranno fatti, compresi quelli diretti alla sostenibilità o alla digitalizzazione, si potrebbero dimostrare vani».
«Mi scuso per essere stato forse troppo diretto e franco, ma come lei ben sa - ha concluso Santi - il Paese oggi non ha più tempo di aspettare o di subire le conseguenze della ingiustificata scarsa conoscenza di se stesso, della propria storia e delle proprie potenzialità. Quella mancata conoscenza che ci porta oggi a regalare a porti e hub logistici stranieri miliardi di fatturato, a dogane estere miliardi di gettito e a continuare a non decidere sulla realizzazione di infrastrutture logistiche, in grado di innescare una spirale virtuosa di occupazione, ricchezza e rilancio sostenibile di territori o intere regioni del nostro Paese».
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