- In questa giornata di introduzione dell'obbligatorietà del green pass per accedere ai luoghi di lavoro, che ha provocato proteste anche in ambito portuale che tuttavia non hanno determinato un'interruzione dell'attività negli scali, l'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) ha rimarcato come i portuali abbiano «continuato a lavorare, e con grande senso di responsabilità e nell'interesse generale della nazione, a garantire, dall'inizio della pandemia Covid-19 fino a oggi, il mantenimento del sistema logistico-portuale, l'approvvigionamento di ogni territorio, la tenuta socio-economica del Paese», ma ha precisato di non condividere l'azione di protesta avviata al porto di Trieste.
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- In una nota a firma del presidente Luca Grilli, l'ANCIP ha ricordato che inizialmente i lavoratori hanno lavorato anche senza dispositivi di protezione individuale e facendosi carico dei rischi quando la situazione non era chiara nemmeno per il servizio sanitario, senza mai fermare nessun scalo d'Italia, dando una lezione di serietà e responsabilità. «Il vaccino - ha osservato l'associazione - consente di dare serenità e tranquillità a chi vuole difendere il lavoro ma nel contempo essere più tranquillo di non contagiare sé stesso, i propri compagni, la propria famiglia e le persone care».
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- ANCIP ha spiegato che l'associazione ha lavorato e si è impegnata affinché un sempre maggior numero di lavoratori potesse essere vaccinato ed ha sottolineato che, a differenza dell'immagine dei lavoratori portuali che sta venendo strumentalmente diffusa, all'interno della categoria, in tutta Italia, si è superato l'80% di lavoratori vaccinati.
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- «Rispettiamo, ovviamente - ha precisato l'ANCIP - chi non vuole vaccinarsi e chi non può per motivi di salute e si sottopone all'iter dei tamponi per poter accedere al proprio luogo di lavoro, ma in tutta onestà non condividiamo la battaglia che stanno conducendo i colleghi di Trieste che si oppongono al green pass, e di certo non li prendiamo a modello in questa loro convinzione. Per noi e per la stragrande maggioranza dei portuali italiani, il “Lavoro Portuale” si difende con le battaglie contro la disapplicazione della legge speciale n.84/94 e di quelle relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si difende nel respingere i continui tentativi di autoproduzione delle operazioni portuali da parte delle società armatoriali. Si difende combattendo l'oligopolio delle shipping lines che vogliono integrarsi verticalmente e orizzontalmente nei porti italiani andando a erodere la “specialità” del lavoro portuale e dei servizi tecnico-nautici, e si difende contro la volontà di deregolamentare selvaggiamente il mercato regolato portuale creando dumping tariffario e sociale».
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- Riferendosi nello specifico alla situazione a Trieste, dove il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale, Zeno D'Agostino aveva minacciato le dimissioni in caso di blocco del porto, l'associazione delle compagnie portuali ha rilevato «che tutta questa situazione surreale e di difficile comprensione logica, sta mettendo anche in discussione gli importanti risultati che il porto di Trieste sta conseguendo grazie al grande lavoro di ricostruzione e di potenziamento dello scalo effettuato da Zeno d'Agostino, aiutato dai lavoratori della nostra associata Agenzia art.17 comma 5 l.n.84/94».
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- «Da ultimo, ma non per importanza - ha concluso l'ANCIP - va comunque stigmatizzata la gestione da parte delle istituzioni governative di questa situazione, soprattutto a ridosso della data del 15 ottobre, che dà adito a numerosi inevitabili critiche, e che ha rischiato e rischia di indebolire la posizione di tutti coloro che credono fermamente nella giustizia, insinuando elementi contraddittori. Non deve passare il messaggio che alcuni dissidenti lavoratori di Trieste rappresentino i portuali d'Italia. Noi portuali italiani siamo una categoria fiera ed orgogliosa del proprio lavoro, che lotta quotidianamente e desidera lo sviluppo del proprio paese. Auspichiamo e lavoriamo attivamente per ottenere l'aumento ed il mantenimento dei traffici commerciali, a favore dell'interesse generale del paese e della più ampia diffusione del benessere sociale».
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