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Uiltrasporti, risoluto no alla modifica della natura pubblicistica delle Autorità di Sistema Portuale
Tarlazzi: enti di natura privatistica sarebbero alla mercé delle grandi alleanze mondiali dello shipping
10 febbraio 2022
Siamo pronti a dare battaglia per difendere natura pubblicistica delle Autorità di Sistema Portuale. Lo ha sottolineato il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, commentando quanto sostenuto ieri dal presidente dell'AdSP del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, in occasione della visita a Genova del presidente del Consiglio, Mario Draghi. Per Signorini, è necessario modificare la natura giuridica degli enti portuali che - secondo il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale che amministra i porti di Genova e Savona-Vado - attualmente non sono in grado di competere con i modelli delle governance portuali anseatiche o di quelli interamente privatizzati.
«Non siamo d'accordo - ha replicato Tarlazzi - sull'eventualità di un cambiamento della natura giuridica delle autorità portuali e non arretreremo mai dalla nostra posizione, nella convinzione che un'Autorità di Sistema Portuale di natura privatistica, pensata per lavorare esclusivamente in un'ottica imprenditoriale, rappresenti un pericolo per la tenuta e la crescita di tutto il sistema portuale».
«Ritenendo necessaria e urgente la completa attuazione delle misure introdotte con la riforma Delrio, che tra l'altro riconferma la validità dell'attuale modello della legge 84/94 - ha specificato il segretario generale della Uilt riferendosi alle modifiche alla legge sui porti del 1994 introdotte nell'estate del 2016 - non possiamo in alcun modo condividere il cambiamento proposto dal presidente Signorini e saremo pronti ad utilizzare tutti i mezzi di protesta a nostra disposizione per evitare che venga scardinata l'attuale impostazione delle autorità portuali italiane».
«Un'Autorità di Sistema Portuale di natura privatistica - ha sottolineato Tarlazzi - non risponderebbe assolutamente all'interesse del Paese, ma rischierebbe al contrario di subordinarlo alle grandi alleanze mondiali dello shipping. Lo Stato non può rinunciare alla sua funzione di controllo e di regolazione del mercato, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo vivendo in cui la spinta inflazionistica rischia di pregiudicare la ripresa economica del nostro Paese».
«La destrutturazione del sistema portuale - ha aggiunto il segretario generale della Uiltrasporti - rischierebbe di generare le stesse criticità che stiamo vivendo con il modello aeroportuale, in cui la mancanza di regole ha favorito una concorrenza distorta causando la crisi di molte aziende del settore. Sarebbe invece più auspicabile togliere le AdSP dall'elenco Istat delle amministrazioni pubbliche e snellire le procedure per facilitare gli adempimenti strutturali».
«Siamo quindi pronti - ha concluso Tarlazzi - a dare battaglia su queste tematiche nell'interesse del sistema portuale italiano e per difendere l'occupazione e la qualità del lavoro che da tutto questo potrebbe subire una ricaduta negativa».
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