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WSC, no al trasferimento dei costi dell'EU ETS ai soli operatori delle navi
Butler: rapidi investimenti in navi e combustibili ecologici richiedono che l'EU ETS coinvolga tutte le parti: operatori delle navi, noleggiatori e armatori
23 giugno 2022
Il Wordl Shipping Council, l'associazione che rappresenta le principali compagnie di navigazione del mondo attive nel settore del trasporto dei container, non è soddisfatto dell'esito della votazione di ieri del Parlamento europeo che ha approvato l'inclusione dello shipping nell'EU ETS, il sistema europeo di scambio di quote di emissioni ( del 22 giugno 2022). Lo scontento del WSC è per la parte del testo emendato approvato dagli europarlamentari relativa all'attribuzione della responsabilità del rispetto di questo sistema.
Il testo emendato prevede che “la persona o l'organizzazione responsabile del rispetto dell'EU ETS dovrebbe essere la compagnia di navigazione, definita come l'armatore o qualsiasi altra organizzazione o persona, come il gestore o il noleggiatore a scafo nudo, che ha assunto la responsabilità dell'esercizio della nave dall'armatore e che, assumendosi tale responsabilità, ha accettato di assumere tutti i doveri e le responsabilità imposti dal Codice internazionale di gestione della sicurezza delle navi e della prevenzione dell'inquinamento. Tale definizione si basa sulla definizione di “compagnia” di cui all'articolo 3, lettera d), del regolamento (UE) 2015/757, e in linea con il sistema globale di raccolta dei dati istituito dall'IMO nel 2016. Tuttavia, la compagnia di navigazione non è sempre responsabile dell'acquisto del carburante o dell'adozione di decisioni operative che influiscono sulle emissioni di gas serra della nave. Tali responsabilità possono essere assunte da un'entità diversa dalla compagnia di navigazione in base a un accordo contrattuale. In tal caso, al fine di garantire il pieno rispetto del principio “chi inquina paga” e di incoraggiare l'adozione di misure di efficienza e combustibili più puliti, è opportuno inserire in tali accordi una clausola vincolante al fine di trasferire i costi in modo che l'entità che è in ultima analisi responsabile delle decisioni che incidono sulle emissioni di gas serra della nave sia ritenuta responsabile della copertura dei costi di conformità pagati dalla compagnia di navigazione ai sensi della presente direttiva. Tale entità dovrebbe essere di norma l'entità responsabile della scelta e dell'acquisto del carburante utilizzato dalla nave, o dell'esercizio della nave, per quanto riguarda, ad esempio, la scelta del carico trasportato, o la rotta e la velocità della nave”.
Secondo il WSC, la posizione del Parlamento europeo sull'entità responsabile «presenta una scappatoia che salvaguarda gli armatori attraverso un trasferimento contrattuale obbligatorio dei costi agli operatori, ritardando l'innovazione». Per il World Shipping Council, invece, «il pagamento di costi di conformità all'EU ETS dovrebbe essere determinato dalle stesse parti contraenti». Secondo l'associazione, «la negoziazione della sfida condivisa della decarbonizzazione può essere realizzata al meglio senza termini contrattuali imposti dalla normativa».
«Rapidi investimenti in navi e combustibili ecologici - ha rilevato il presidente e amministratore delegato del WSC, John Butler - richiedono che l'EU ETS coinvolga tutte le parti: operatori delle navi, noleggiatori e armatori. Una legislazione restrittiva e che include trasferimenti obbligatori attraverso clausole distorcerà il mercato e ritarderà i progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra». Il WSC ha quindi esortato a rimuovere tale requisito contrattuale vincolante nell'ambito della procedura di trilogo che vedrà confrontarsi i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione dell'UE.
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