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Venezia Port Community, lo sbarco in tender dei crocieristi non danneggia Venezia né il suo ruolo di home port
Il comitato precisa che tale soluzione non può rappresentare una alternativa stabile agli approdi diffusi
28 luglio 2022
Venezia Port Community (VPC), il comitato formato da associazioni ed enti che ha l'obiettivo di favorire lo sviluppo dei porti di Venezia e Chioggia, ha ribadito l'importanza strategica del settore delle crociere «per il volano economico portuale che alimenta e a supporto della vocazione turistica di qualità» di Venezia. A tal proposito, il comitato ha evidenziato la fondamentale necessità di «mantenere massima attenzione ad una soluzione in tempi certi dei dragaggi per la manutenzione ed il ripristino della navigabilità dei canali di grande navigazione (canale Malamocco Marghera e Vittorio Emanuele) restituendo la corretta operatività della Marittima, pur nel rispetto restrizioni alla navigazione ex decreto-legge 103 (il provvedimento del 2021 a tutela delle vie d'acqua di Venezia, ndr) e delle normative vigenti».
Inoltre VPC ha invitato a porre «grande attenzione alla politica sullo stato di avanzamento del Piano Morfologico e del Protocollo fanghi, da decenni - ha denunciato il comitato - in stallo amministrativo, come pure sapere dove siano finiti i ristori promessi ai lavoratori dell'indotto sempre dal richiamato decreto-legge e dopo un anno ancora non pervenuti». Venezia Port Community ha reso noto che a tal riguardo chiederà «a tutti gli schieramenti in vista delle incombenti elezioni politiche un atto di responsabilità e impegno sulle tematiche condivise con la comunità del porto, come segno tangibile della consapevolezza della gravità della situazione e sulla esigenza di un chiaro impegno per identificare soluzioni percorribili in tempi certi».
Riferendosi poi alle recenti operazioni in rada della nave da crociera Norwegian Gem, che aveva effettuato lo sbarco dei passeggeri a Venezia con l'impiego di tender, attività che aveva suscitato polemiche principalmente da parte di coloro che ritengono che tale tipologia di sbarco alimenti un turismo “mordi e fuggi” dannoso per Venezia, Venezia Port Community, precisando di non voler entrare nel merito delle polemiche, ha sottolineato «la buona riuscita dello scalo in rada, avvenuta sabato scorso grazie a condizioni meteo favorevoli e - ha rilevato il comitato - come naturale conseguenza della mancanza di soluzioni credibili per tutti gli armatori ad un anno dall'entrata in vigore del decreto-legge 103». Tuttavia VPC ha specificato che «tale soluzione non può rappresentare una alternativa stabile agli approdi diffusi, ma costituisce una opportunità da valutare caso per caso sulla quale le autorità competenti potranno valutare modalità e gestione delle operazioni, nel rispetto del decreto-legge 103, che pone il divieto al transito delle navi con le note limitazioni sui canali posti sotto vincolo culturale, senza vietare l'uso della rada».
Replicando quindi a coloro che ritengono che lo sbarco in tender dei passeggeri possa anche far perdere a Venezia il ruolo di home port per le crociere, VPC ha osservato che è «ingiusto tuttavia sminuire il valore economico dell'operazione con il sospetto (infondato) che l'operatività di transito in rada vada a erodere le normali operazioni di imbarco e sbarco (home port), ponendosi come alternativa a queste». Sul punto VPC ha rilevato che la nave Norwegian Gem «era programmata da tempo (come evidente) in attività di transito e che gli ormeggi resi disponibili a Marghera nel giorno della toccata erano due, entrambi già occupati da navi in funzione di home port. L'alternativa per la compagnia - ha spiegato il comitato - sarebbe stata quindi di non scalare Venezia, con un evidente danno economico, reclamabile anche dai passeggeri per il mancato rispetto degli accordi di viaggio».
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