Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori del gruppo Wärtsilä dopo l'esito negativo dell'incontro svoltosi ieri a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, di aggiornamento sulla vertenza relativa al sito produttivo dell'azienda finlandese a Bagnoli della Rosandra. I sindacati hanno convocato per lunedì mattina a Trieste un'assemblea in sciopero, davanti ai cancelli, a partire dalle ore 9. Nell'incontro di ieri Wärtsilä ha avanzato due ipotesi di reindustrializzazione del sito di Trieste considerate dalle organizzazioni sindacali e dalle Rsu «inconsistenti, inadeguate e - hanno specificato Fim, Fiom e Uilm - non rispondenti agli impegni assunti dalla multinazionale in sede governativa con l'accordo del 29 novembre scorso». I sindacati hanno lamentato che, «nonostante i forti ritardi, i ripetuti spostamenti degli incontri al Ministero richiesti da Wärtsilä, nell'incontro l'azienda ha presentato due soli progetti, privi di impegni industriali precisi e vincolanti, insufficienti a garantire l'occupazione sia dei lavoratori diretti che dell'indotto». «Si tratta - hanno denunciato i sindacati - di un atteggiamento irresponsabile da parte di Wärtsilä, che mina la continuità produttiva e occupazionale del sito e che allo stesso tempo non rassicura nemmeno chi - i lavoratori non coinvolti nella chiusura del Dct - è impiegato in Wartsila Italia nelle altre l'attività. Serve adesso - hanno specificato Fim, Fiom e Uilm - aprire una nuova fase della vertenza, rivendicando al governo un impegno diretto nella gestione del progetto di reindustrializzazione, anche attraverso il coinvolgimento di nuovi soggetti industriali, pubblici e privati, per garantire l'occupazione, le professionalità e il reddito dei lavoratori, la vocazione del sito con produzioni ad alto valore aggiunto». Il coordinamento Fim-Fiom-Uilm sarà riconvocato successivamente all'incontro già previsto sul piano industriale Wärtsilä, il 29 maggio in Regione Friuli Venezia Giulia, per valutare ulteriori iniziative di mobilitazione. Anche l'assessore regionale al Lavoro del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen, ha sottolineato che «le proposte presentate da Wärtsilä, oltre a essere assolutamente insoddisfacenti, evidenziano gravi inadempienze rispetto agli impegni assunti nell'accordo sottoscritto a novembre 2022: un risultato decisamente deludente, al termine di lunghi mesi di attesa, che lascia quindi il tavolo libero da elementi concreti, in primo luogo piani industriali, su cui ragionare». In particolare, Rosolen ha evidenziato «tre inadempienze: sui tempi, che prevedevano la presentazione di proposte concrete a marzo; sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, con opzioni di reimpiego del 25% della forza lavoro; sulle modalità di conduzione della trattativa, che non veniva demandata alla verifica del privato ma che, al contrario, imponeva un coinvolgimento della parte pubblica. Le premesse, che hanno messo d'accordo tutti i soggetti coinvolti in questa delicata procedura poco più di sei mesi fa - ha aggiunto l'assessore - sono state oggi disattese sia sul piano della forma che della sostanza, con numeri inadeguati e una visione strategica del tutto insufficiente». Rosolen ha invitato Wärtsilä a «chiarire le reali ragioni che hanno indotto il terzo soggetto privato presentato ad aprile a non formalizzare la propria manifestazione di interesse, peraltro in una fase preliminare in cui la negoziazione sugli asset non è oggetto di analisi».
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