I funzionari dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno
scoperto un'associazione a delinquere finalizzata all'evasione
dell'IVA ed al contrabbando mediante l'utilizzo di false
dichiarazioni doganali in importazione che operava attraverso lo
schermo di società “cartiere” bulgare evadendo
svariati milioni di euro di IVA e dazi presentando in dogana
documentazione artefatta al fine di consentire lo sdoganamento della
merce.
Secondo le ricostruzioni effettuate, la merce estera che
giungeva presso il porto di Genova Prà non assolveva
l'imposta sul valore aggiunto ed aveva come destinatari due società
bulgare rivelatesi delle mere “scatole vuote”. Le
indagini hanno dimostrato che le merci venivano invece immesse in
consumo nel territorio italiano e in quello di altri Paesi
dell'Unione, differenti da quello originariamente dichiarato,
evadendo così completamente l'IVA. A tale scopo venivano
falsificati i documenti di trasporto consegnati di volta in volta ai
trasportatori.
Una seconda tipologia di attività illecita, falso per
induzione in atto pubblico, contrabbando aggravato ed evasione
dell'IVA all'importazione consisteva nella sistematica alterazione
della documentazione commerciale riferita alla merce in importazione
con dichiarazione in dogana di valori imponibili inferiori a quelli
reali, al fine di ridurre l'importo dei dazi e dell'IVA da versare
all'importazione.
Un terzo ulteriore e differente filone di falso per induzione e
contrabbando riguardava una serie di spedizioni di merci risultanti
allo stato estero, quindi in sospensione di imposta, che andavano
allocate all'interno di un apposito magazzino di temporanea custodia
gestito da una società di logistica, mentre in realtà
le merci non transitavano dal magazzino.
I funzionari doganali, unitamente al personale della Polizia di
Stato coordinati dalla Procura della Repubblica di Genova, hanno
eseguito una serie di misure cautelari, personali e reali in carcere
nei confronti dei due capi e promotori del sodalizio criminoso e
proceduto al sequestro preventivo di una società operante nel
settore delle pratiche doganali. La società gestita dai
medesimi soggetti veniva sistematicamente utilizzata per commissione
di un nutrito numero di episodi delittuosi.
Altri otto indagati risultano invece destinatari della misura
degli arresti domiciliari: si tratta di cinque dipendenti della
società, nonché del titolare e dei due dipendenti
dell'impresa logistica anch'essa destinataria di provvedimento di
sequestro preventivo.
Questi provvedimenti seguono oltre 12 mesi di pedinamenti,
attività di monitoraggio tramite telecamere e GPS e
intercettazione di cinque utenze telefoniche effettuate, sotto il
coordinamento della Procura della Repubblica genovese, dai
funzionari ADM dell'ufficio Antifrode della Direzione Interregionale
per la Liguria, il Piemonte e la Valle d'Aosta in collaborazione con
il personale della Sezione Polizia Stradale. Il materiale probatorio
raccolto, anche a seguito di attività di perquisizione presso
le sedi di due società riconducibili ai partecipanti
all'associazione criminale, ha portato all'iscrizione nel registro
degli indagati delle dodici persone, tutte di nazionalità
italiana, e ha consentito di provare che tale sodalizio operava
attraverso le tre distinte direttrici fraudolente.
L'intera indagine è nata da una pregressa attività
investigativa condotta dai funzionari doganali che aveva consentito
di portare alla luce l'esistenza di un'associazione per delinquere -
anch'essa radicata nel capoluogo ligure, costituita al fine della
fraudolenta acquisizione di finanziamenti bancari con garanzia dello
Stato, che aveva condotto al sequestro preventivo di conti correnti
e altri rapporti finanziari per oltre 2,3 milioni di euro.