A seguito delle frane e incidenti e dei conseguenti lavori che
da qualche settimane hanno fermato il traffico ferroviario delle
merci tra Italia e Francia sull'asse del Frejus e tra Italia e
Svizzera sull'asse del Gottardo, Captrain Italia, filiale italiana
del gruppo ferroviario francese SNCF, ha incrementato la propria
offerta sui collegamenti transnazionali di Ventimiglia e
Domodossola. In particolare, già dagli inizi di settembre
Captrain Italia ha deviato verso Ventimiglia otto treni alla
settimana, in base alla disponibilità di tracce concessa sul
territorio italiano da RFI. Quindi da quattro coppie di treni si è
passati a 11-12 circolazioni, di fatto triplicando la capacità
di transito, dedicate principalmente a merci alla rinfusa come i
prodotti siderurgici e il feldspato. Alcuni servizi afferenti al
trasporto intermodale sono invece stati dirottati via Svizzera
raggiungendo l'Italia dal valico di Domo2, in Piemonte, dove
Captrain Italia ha già un forte presidio.
«La situazione - ha spiegato l'amministratore delegato di
Captrain Italia, Mauro Pessano - è parsa immediatamente
critica in quanto il movimento franoso occorso a pochi chilometri da
Modane, che ha reso inagibile l'importante via di comunicazione
sull'asse Italia-Francia, non è ancora stabilizzato. Le
ultime previsioni di riapertura della linea in Francia ci danno un
orizzonte a fine 2023, in quanto prima degli interventi di
ripristino sarà necessario dare vita a una frana artificiale
controllata e riconsolidare il terreno». «Per noi - ha
aggiunto Pessano - si tratta di uno sforzo organizzativo importante
in quanto abbiamo dovuto improvvisamente spostare da una sede
all'altra personale e locomotive, ma abbiamo optato per produrre il
massimo impegno a favore dei nostri clienti che altrimenti rischiano
la chiusura degli impianti se non arriva il prodotto in tempo, e
quindi la scelta era doverosa. Avremmo anche voluto e potuto fare di
più, ma le disponibilità di tracce sulla linea
Ventimiglia-Genova è limitata. In una settimana “normale”
- ha specificato inoltre il CEO di Captrain Italia - su Modane
(prima del disastro occorso) operiamo una trentina di coppie di
treni, quindi vi sono comunque diversi servizi in questo momento
fermi, per i quali siamo ancora alla ricerca di una soluzione
operativa, che confidiamo di trovare al più presto».
Silvia De Rocchi, direttore degli affari normativi e
istituzionali di Captrain Italia, ha evidenziato che «la
situazione è estremamente grave e l'Italia rischia di essere
tagliata fuori dal resto d'Europa. I colli di bottiglia - ha
sottolineato - stanno causando una perdita di competitività
del settore logistico e quindi per l'intera economia italiana. Più
di un terzo del traffico alpino è trasportato da merci su
rotaia e nessun altro modo ha la capacità di trasportare tale
quantità di traffico. Se non si interviene, la situazione non
migliorerà presto».