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MARITTIMI
I marittimi italiani sono efficienti e resilienti, ma soffrono della ripetitività del lavoro
Una ricerca sulla psicologia dei lavoratori rileva come, oltre alla routine, lo scarso supporto dei colleghi e stress siano le criticità maggiori
Genova
12 ottobre 2023
I marittimi italiani hanno una notevole capacità di
resilienza, sono efficienti sul lavoro e hanno un forte senso di
responsabilità. Di contro, collaborano poco fra di loro e
devono fare i conti con fattori negativi come ripetitività e
stress. Sono significative però le differenze nelle loro
percezioni, che variano a seconda della collocazione del marittimo
all'interno della gerarchia lavorativa. Lo evidenzia una ricerca
presentata ieri a Genova, a Palazzo San Giorgio, nel corso del
convegno “Nella testa dei marittimi: un'analisi psicologica
dei bisogni” organizzato dal sindacato dei lavoratori
marittimi USCLAC-UNCDIM-SMACD e tenuto nell'ambito della Port &
Shipping tech conference, evento della Genoa Shipping Week.
Lo studio è stato realizzato da Psicologia del Mare, un
gruppo di ricerca dell'Università di Torino e della Sapienza
- Università di Roma composto da dottorandi e professoresse
psicologhe specializzate in psicologia del lavoro e
giuridico-forense che si occupa di promuovere il benessere
psicologico tra i marittimi italiani e stranieri. Lo studio ha
esplorato i rischi psicosociali e i fattori di protezione nella
marineria italiana ed è stato condotto attraverso un
questionario online, volto a mappare i principali fattori di stress
e quelli protettivi dei lavoratori.
Il campione indagato è di oltre 848 marittimi (di cui 519
per le analisi), per il 94% uomini, di età media di 41 anni,
per il 79% in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo
grado e coniugati per il 51%. Per quanto riguarda lo status dei
marittimi oggetto della ricerca, il 45% sono ufficiali, il 33%
comandanti o direttori di macchina e il 21% sottufficiali o comuni.
Quanto alla tipologia di navi si cui sono impiegati, il 48% opera su
navi passeggeri, il 32% su cargo e il 19% su unità operative.
Dal punto di vista delle risorse lavorative, lo studio evidenzia
come in linea generale i marittimi italiani possano contare su bassi
livelli di supporto tra colleghi e leadership trasformativa, in
maniera più critica fra i lavoratori più in basso
nelle gerarchie di bordo. Per quanto riguarda qualità
dell'ambiente di lavoro e clima di sicurezza esistono differenze
significative nella percezione: comandanti/direttori/capi commissari
reputano maggiormente adeguato l'ambiente di lavoro rispetto a chi
ha uno status più basso (valore di 3,5 in una scala da 1 a 5)
e mettono in atto più comportamenti di sicurezza rispetto a
sottufficiali/comuni. I marittimi ai vertici di bordo si
caratterizzano per più alti livelli di responsabilità,
autonomia e flessibilità (valori fra 4 e 5) e riportano di
subire le pressioni lavorative in misura minore.
Comandanti/direttori/capicommissari infine riportano minori
dinamiche relazionali negative sul posto di lavoro e minore
solitudine emotiva rispetto agli ufficiali, mentre non vi sono
differenze significative con i sottufficiali e i comuni.
Quanto al carico di lavoro comandanti/direttori/capicommissari
riportano minori pressioni lavorative rispetto a
sottufficiali/comuni, e minor carico fisico rispetto a tutti coloro
che sono inferiori in grado. Riportano però un maggior carico
cognitivo rispetto ai sottufficiali/comuni. In relazione alla
gestione dello stress infine, comandanti e direttori e
capicommissari riportano minori livelli di stress legati alla
gestione del tempo rispetto agli ufficiali, ma con maggiori livelli
di stress legati alla gestione di una possibile emergenza.
In sintesi, i marittimi, indipendentemente dallo status
ricoperto a bordo, mostrano livelli elevati di resilienza,
autoefficacia lavorativa ed anche umorismo, mentre sembrerebbero più
compromessi i livelli di supporto ricevuto dai colleghi e la
leadership trasformativa. Queste risorse sono fondamentali per
permettere all'individuo di adattarsi a uno specifico contesto e
affrontare lo stress in modo adeguato diminuendo il rischio di
sviluppare forme di malessere come disturbi del sonno o burnout
(esaurimento).
Tutti i marittimi infine sembrano reputare il lavoro ripetitivo
che, insieme a un ambiente di per sé “monotono”
(ad esempio l'impiego sulle stesse tratte per diversi mesi,
esposizione a un ambiente esterno sempre uguale) può
aumentare i livelli di ipostimolazione connessa alla mancanza di
risposta al fondamentale bisogno di interazione con l'ambiente e,
quindi, a più elevati livelli di malessere a bordo e
conseguenti comportamenti atipici.
La ricerca, in conclusione, mostra la necessità di
intervenire nella popolazione generale di marittimi su alcuni
elementi (ad esempio supporto dei colleghi, routine lavorativa), ma
di personalizzare l'eventuale formazione e/o intervento a seconda
dello status ricoperto a bordo, ovvero delle specifiche difficoltà
riferite: solo in questo modo si potrà intervenire in modo
completo e in linea con i bisogni dell'individuo, ed incrementare
così il livello di benessere sul lavoro.
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