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COMMERCIO
Confartigianato, 8,8 miliardi i danni per il commercio estero italiano tra novembre e oggi a causa della crisi nel Mar Rosso
Persi 95 milioni di euro al giorno
Roma
25 gennaio 2024
Secondo Confartigianato, ammontano a 8,8 miliardi di euro, cioè
a 95 milioni al giorno, i danni per il commercio estero italiano
accumulati tra novembre scorso e il mese corrente a causa della
crisi nel Mar Rosso, valore che - ha precisato la Confederazione - è
il risultato del calcolo dell'impatto del calo di traffico di navi
mercantili tra l'Oceano Indiano e il Mar Rosso sui flussi
dell'interscambio commerciale dell'Italia con Asia, Oceania, paesi
del Golfo Persico e del sud-est dell'Africa. In particolare, negli
ultimi tre mesi - ha reso noto Confartigliano - l'Italia ha perso
3,3 miliardi, pari a 35 milioni al giorno, per mancate o ritardate
esportazioni e 5,5 miliardi (60 milioni al giorno) per il mancato
approvvigionamento di prodotti manifatturieri.
Confartigianato ha specificato di aver misurato anche le
conseguenze della crisi sulle micro e piccole imprese italiane che,
in Europa, sono quelle a maggiore rischio. La loro quota di export
manifatturiero diretto nei Paesi extra UE - ha spiegato la
Confederazione - è infatti pari al 32,7% del totale europeo,
con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese
tedesche. Nel 2023 è ammontato a 30,8 miliardi di euro (pari
a 1,5 punti di Pil) il flusso di import-export di merci dei settori
made in Italy con maggiore presenza di Pmi che transita attraverso
il Mar Rosso. In particolare, le esportazioni di prodotti con il
maggiore apporto delle piccole imprese italiane si attestano a 10,8
miliardi, con il valore più alto, pari a 4,2 miliardi,
riguardante i prodotti alimentari, seguiti dai prodotti in metallo
(1,8 miliardi), altri prodotti, tra cui gioielleria e occhialeria,
sempre con 1,8 miliardi, moda con 1,5 miliardi e legno e mobili con
un miliardo. A questi settori si aggiunge un comparto chiave
dell'export made in Italy verso i mercati dei paesi emergenti
dell'Asia, quello dei macchinari e impianti, anch'esso a forte
presenza di micro e piccole imprese: nel 2023 è stato di 11,6
miliardi il valore di questi prodotti italiana transitati via mare
attraverso il canale di Suez.
Secondo Confartigianato, la crisi investe anche le piccole
imprese del settore trasporti. La Confederazione ha sottolineato che
nelle 14 province in cui sono localizzati i 15 maggiori porti con
almeno un milione di tonnellate di merci movimentate attraverso il
Mar Rosso, sono a rischio 2,5 miliardi di euro di fatturato del
sistema di trasporto e logistica, che conta complessivamente 13.000
imprese, di cui 7.979 imprese nell'autotrasporto merci, 1.136
imprese nel trasporto marittimo di merci e 5.683 imprese nei servizi
della logistica.
«L'escalation della crisi in Medio Oriente - ha
evidenziato il presidente di Confartigianato, Marco Granelli -
penalizza il sistema del made in Italy e l'approvvigionamento di
prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura
italiana, aggravando la frenata del commercio internazionale. Gli
effetti della crisi del Mar Rosso, sommati alla stretta monetaria in
corso e alla riattivazione delle regole europee di bilancio,
potrebbero avere pesanti conseguenze sulla crescita economica
italiana. È indispensabile mettere in campo tutte le misure,
a cominciare dall'attuazione del PNRR, per alimentare la fiducia e
la propensione ad investire delle imprese e scongiurare il rischio
di una frenata del ciclo espansivo dell'occupazione».
Confartigianato ha calcolato anche l'impatto della crisi di Suez
sulle esportazioni delle regioni italiane. Il valore più alto
di prodotti trasportati via mare attraverso il Mar Rosso è
quello della Lombardia, pari a 12,9 miliardi, seguita da
Emilia-Romagna con 9,4 miliardi, Veneto con 5,7 miliardi, Toscana
con 4,7 miliardi, Piemonte con 4,2 miliardi e Friuli-Venezia Giulia
con due miliardi.
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