Le associazioni che rappresentano agenti marittimi, doganalisti
e spedizionieri della Spezia denunciano che il nuovo Codice doganale
italiano, con la pubblicazione nell'edizione del 3 ottobre scorso
della “Gazzetta Ufficiale” del decreto legislativo del
26 settembre 2024 “Disposizioni nazionali complementari al
codice doganale dell'Unione e revisione del sistema sanzionatorio in
materia di accise e altre imposte indirette sulla produzione e sui
consumi”, favorisce le casse di altri Paesi comunitari.
Evidenziando che la norma introduce «sanzioni penali e non
amministrative, confisca della merce, rischio quasi certo di essere
rinviati a giudizio anche per errori formali che nei fatti
verrebbero equiparati al reato di contrabbando» le
associazioni della community portuale spezzina sottolineano che ciò
avrà «un effetto perverso immediato: il dirottamento
dei maggiori quantitativi di merce e prodotti possibili su altre
Dogane europee e quindi anche su altri porti europei, che nella
pressoché totalità dei casi continuano, anche
nell'ottica di un allineamento di tutti i Paesi alle norme
comunitarie, ad applicare norme meno penalizzanti e meno
radicalizzate».
«Il nuovo Codice doganale, che sostanzialmente si occupa
solo di sanzioni visto che tutte le altre tematiche doganali sono
ormai riconducibili alla normativa comunitaria - spiegano le
associazioni degli operatori spezzini - “penalizza” nel
senso letterale del termine l'intera filiera portuale, logistica e
trasportistica, trasformando contenzioni e sanzioni di tipo
amministrativo in “reati di contrabbando”. Le
conseguenze saranno devastanti con un effetto boomerang per le
stesse casse dello Stato, visto che la inevitabile fuga di carichi e
di merci verso lo sdoganamento in altre Dogane comunitarie, con un
approccio meno radicale, determinerà la perdita di
consistenti aggi sui dazi doganali stessi che saranno “regalati”
alla casse erariali di altri Paesi comunitari».
Per gli operatori spezzini, si determineranno quindi vere e
proprie forme di distorsione del mercato con diretta penalizzazione
delle imprese italiane specie in porti e in aree logistiche come
quella di La Spezia che - evidenziano le associazioni - in un
lineare e corretto rapporto con una Dogana oggi di fatto estromessa
dai contenziosi e dalla valutazione delle sanzioni, avevano
edificato un sistema meno burocratizzato e più funzionante.
«Il tutto - sottolineano inoltre le associazioni -
all'insegna di una colpevolizzazione preliminare quasi ideologica,
in base alla quale il semplice errore in buona fede viene
trasformato in potenziale reato penale (contrabbando) con
conseguenze pesantissime (confisca delle merci), fatto salve le
valutazioni dei giudici. Valutazioni che, considerando che solo otto
tribunali in Italia sono stati insediati con personale limitato
proprio con competenza specifica relativa alle procedure doganali,
difficilmente potranno essere affermate in tempi e con costi
compatibili con le esigenze delle catene logistiche, dei porti e dei
flussi di import ed export del Paese».