
«Invece di pensare a svendere i porti sarebbe più
utile concentrarsi su come garantirne la competitività,
attraverso regole chiare di concorrenza e rafforzando la presenza
pubblica e il ruolo di controllo delle Autorità di Sistema
Portuale». Lo hanno affermato il segretario generale e il
segretario nazionale della Uiltrasporti, Marco Verzari e Giuliano
Galluccio, commentando le parole del ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti, Matteo Salvini, circa l'imminente approvazione della
riforma dei porti aprendo così all'ingresso di capitali
privati in un settore di interesse strategico nazionale.
«Le parole di Salvini - hanno evidenziato Verzari e
Galluccio - dimostrano l'intenzione del Ministero di muoversi in
questo ambito in totale solitudine, senza ascoltare la comunità
portuale, che già più volte ha espresso le proprie
perplessità su questa riforma. I porti, e più in
generale il demanio marittimo, costituiscono un elemento chiave per
la nostra economia, per l'approvvigionamento energetico e, più
in generale, per la sicurezza del Paese, per questo motivo
continuiamo a sostenere con convinzione la necessità che il
controllo di questo settore rimanga in capo alla gestione pubblica.
Non è possibile anche solo immaginare un'operazione che, di
fatto, sottrarrebbe al controllo pubblico un asset strategico per
l'interesse nazionale, specialmente in una fase storica come quella
attuale, in cui il modello dell'economia globalizzata sembra aver
fallito, e si sta tornando verso modelli più
“regionalizzati”, come il nearshoring e il
friendshoring».
«Occorre - hanno concluso i rappresentanti di Uiltrasporti
- rilanciare il coordinamento tra i porti, possibile solo attraverso
un ministero vigilante, dotato di una struttura tecnica adeguata e
di pieni poteri di indirizzo e vigilanza. Piuttosto che avventurarsi
in fantasiose riforme, chiediamo al legislatore di ripartire dalle
richieste concrete del mondo portuale: più tutele sociali e
più sicurezza. Elementi che possono essere garantiti solo dal
mantenimento del controllo pubblico dei porti».