
Fedespedi e Assiterminal hanno inviato al Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti e ai presidenti delle Commissioni
parlamentari competenti note tecniche nonché richieste di
chiarimenti e modifiche in merito alla disciplina delle attese dei
camion per le operazioni di carico e scarico delle merci. «La
disciplina in questione - ha spiegato Alessandro Pitto, presidente
di Fedespedi - risponde all'esigenza di una maggiore efficienza
nelle operazioni di carico e scarico ma, così come
recentemente modificata, continua a generare incertezza applicativa
e non tiene conto della complessità operativa dei nodi
logistici, in particolare porti e aeroporti. Con questa richiesta
formale al MIT, ribadiamo la necessità di soluzioni normative
che si adattino alla realtà effettiva degli operatori,
tutelando al contempo la sostenibilità economica e
l'operatività quotidiana delle imprese di spedizioni».
«È evidente - ha aggiunto il presidente di
Assiterminal, Tomaso Cognolato - che tutti i soggetti della filiera
logistica, siano essi pubblici o privati, hanno interesse a
efficientare i servizi per rendere sempre più competitivo il
trasporto e la relazione tra committenza e vettori, ma questo
obiettivo non si può certo raggiungere attraverso un
irrigidimento del sistema che non tiene conto delle molteplici
variabili che lo compongono e anche di alcuni distinguo che hanno un
valore nella relazione contrattuale e nell'approccio giuridico. I
terminal portuali, così come altri nodi logistici e
industriali, stanno investendo molto per potenziare la propria
flessibilità organizzativa, nessuno ha interesse a stressare
il sistema».
Tra gli aspetti più critici evidenziati dalla federazione
delle imprese di spedizione e dall'associazione dei terminalisti
portuali nelle richieste formali al MIT, sono evidenziate le
specificità di porti e aeroporti che - hanno osservato
Fedespedi e Assiterminal - non possono essere assimilati a ogni
altro nodo logistico, per la complessità delle dinamiche
commerciali e operative che si sviluppano presso queste
infrastrutture. In tali casi - hanno rilevato - il contrasto al
fenomeno delle attese esula dallo stretto rapporto contrattuale
sussistente tra committente e vettore e necessita di appositi
strumenti, quali gli accordi di programma promossi dalle autorità
preposte al controllo e alla regolazione dell'infrastruttura
logistica pubblica. Per tali motivazioni, Fedespedi e Assiterminal
ritengono che porti e aeroporti debbano essere esclusi dal campo di
applicazione della nuova disciplina.
Inoltre, le due organizzazione hanno osservato che gli operatori
che intendono interpretare in senso imperativo le nuove disposizioni
non tengono conto della diversità sussistente tra i luoghi di
carico, che rende impossibile stabilire un unico limite temporale e
un'indennità standard validi per tutti i nodi logistici e per
tutti i diversi tipi di trasporti e di merci. Per questo motivo,
Fedespedi e Assiterminal sostengono con forza il primato del
contratto tra le parti quale strumento, unico, che consente di
adattare la disciplina al singolo contesto operativo, in deroga alla
normativa generale.
Infine, Fedespedi e Assiterminal dissentono assolutamente
dall'interpretazione di alcune associazioni di autotrasportatori che
suggeriscono di ricomprendere nei 90 minuti anche il tempo per le
operazioni materiali di carico e scarico, evidenziando che, al
contrario, la normativa prevede che il tempo per caricare e
scaricare la merce debba essere indicato nel contratto scritto a
libera scelta delle parti. Fedespedi e Assiterminal hanno quindi
sollecitato le istituzioni competenti a chiarire inequivocabilmente
che il “periodo di franchigia” corrisponde unicamente al
periodo di attesa degli autotrasportatori prima che si verifichino
tutte le condizioni utili a effettuare il carico e lo scarico.
Fedespedi e Assiterminal hanno concluso ricordando che hanno
colto ogni occasione utile di dialogo con tutte le parti interessate
per ribadire che l'attuale normativa non risolve le inefficienze
strutturali, in particolare nei nodi logistici portuali e
aeroportuali, riscontrate dagli operatori nei diversi passaggi della
filiera logistica, ed hanno anzi l'effetto di gravare direttamente
sul costo della merce, danneggiando la competitività del
Sistema Paese.