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CENTRO ITALIANO STUDI CONTAINERS | ANNO XVI - Numero 3/98 - MARZO 1998 |
Porti
Continua l'espansione dei porti iberici
Il decentramento dei porti iberici ha fatto un ulteriore passo
avanti allorquando la prima camera del governo centrale recentemente
ha approvato una nuova legge che consente il trasferimento da
un giorno all'altro della gestione di 45 porti, raggruppati sotto
26 autorità portuali, sotto il controllo dei governi regionali.
La suddetta normativa ora verrà presentata dinanzi alla
seconda camera e sembra certo che possa entrare in vigore entro
Pasqua. Nel frattempo, il porto di Bilbao già usufruisce
di una qual certa autonomia in ragione del maggiore livello di
indipendenza del governo basco.
Ci si aspetta che la proprietà dei porti spagnoli venga
conservata dall'ente statale Puertos del Estado. Le autorità
portuali saranno altresì in grado di modificare le tariffe
(esiste già una qualche facoltà in merito) ma dovranno
ancora lavorare per tre anni entro un limite del 40% delle precedenti
tariffe del Puertos del Estado, trascorsi i quali esiste una proposta
di completa liberalizzazione.
Ai sensi della nuova regolamentazione, i porti dovranno autofinanziarsi
e non potranno più fare affidamento su finanziamenti da
parte del governo centrale, facilitazione quest'ultima che sarà
definitivamente soppressa a partire dalla fine del 1999. Per la
cronaca, nel 1997 sono stati messi a disposizione fondi per 450
milioni di dollari USA, la maggior parte dei quali sono andati
ai cinque porti che movimentano la maggior parte del traffico
containerizzato spagnolo (Algesiras, Barcellona, Bilbao, Las Palmas
e Valencia).
Mentre è risaputo che Algesiras è il porto spagnolo
più attivo (1,3 milioni di TEU nel 1996), seguito da Barcellona
(767.236 TEU) e Valencia (705.000), rappresenta in qualche modo
una sorpresa scoprire che il porto di Las Palmas, nelle Isole
Canarie, attualmente è attestato in quarta posizione con
341.000 TEU, precedendo Bilbao che nel 1996 per la prima volta
ha superato i 300.000 TEU facendone registrare 300.374.
Al momento attuale, Algesiras costituisce il solo porto iberico
in grado di accogliere con scali frequenti le navi superpost-Panamax
(che trasportano 6.000 TEU ed oltre, stivati in 18 file sul ponte)
e sembra probabile che resti tale per molto tempo a venire.
Di conseguenza, le gru da impegnare sono all'ordine del giorno.
Attualmente le unità a disposizione sono quattro, tutte
realizzate dalla Noell, che operano fianco a fianco sia sul terminal
Maersk che su quello adiacente ex Sea-Land, i quali ora agiscono
virtualmente come uno solo alla luce della stretta collaborazione
esistente tra le due compagnie di navigazione (la Sea-Land ancora
gestisce il secondo terminal sulla base di un accordo con i suoi
precedenti stivatori).
Il 90% circa della produzione complessiva di Algesiras è
costituito da traffico di trasbordo originato dalla Maersk o dalla
Sea-Land, e la dirigenza è alla ricerca di ulteriori carichi
spagnoli di importazione ed esportazione. Potrebbe trattarsi di
un compito difficile, date le distanze coinvolte da e per i principali
centri industriali. Man mano che la Maersk immette in servizio
un maggior numero di mega-navi - maggiori anche quanto a dimensioni
- è senz'altro solamente una questione di tempo il fatto
che la compagnia prenda seriamente in considerazione la prospettiva
di impiegare navi feeder di capacità pari a - poniamo -
2.000 TEU tra Algesiras e l'Europa settentrionale.
L'attività di Barcellona ha riscosso molto successo negli
ultimi anni (l'autorità portuale prevede 900.000 TEU per
il 1997), dal momento che il porto continua a perseguire il proprio
obiettivo di riuscire a diventare il porto principale del Sud
Europa in termini di traffico containerizzato da/per il Sud-Est
asiatico e l'Estremo Oriente. Non un obiettivo impossibile, forse,
ma un obiettivo che sembra improbabile possa essere conseguito
dato l'elevato livello di concorrenza.
Com'è ben noto, i due operatori terminalistici - il TCB
(Terminal Contenedores Barcelona, pienamente operativo al Muelle
Sur sin da gennaio) ed il Terminal Catalunya (che ha rilevato
spazi dal precedente terminal presso il Principe Espanya che è
adiacente al suo) - sono in disaccordo con l'autorità portuale
e reciprocamente, nello sforzo di controllare i carichi containerizzati.
Non è il caso qui di soffermarsi sui dettagli relativi
a tale situazione, salvo dire che la questione non è stata
ancora risolta.
L'autorità portuale, tuttavia, confida nella pronta risoluzione
del problema. Essa afferma che l'ampliamento del TerCat non è
ostacolata nonché di star pensando ad una qualche forma
di compensazione per il TCB, possibilmente mettendogli a disposizione
altro territorio.
Quale che sia l'esito della vicenda, entrambi i terminals stanno
ottenendo notevoli risultati e traendo benefici da ulteriori investimenti.
Il TCB ha inaugurato lo scorso dicembre un nuovo terminal ferroviario
ed ora dispone di due gru a cavalletto bordo-costa Kone nonché
di una nuova gru a cavalletto Paceco post-Panamax; quest'ultima
costituisce l'unica unità in Spagna in grado di movimentare
lungo una curva, con raggio di curvatura a terra pari a 25 metri.
Con queste gru ed una profondità di 25 metri lungo-banchina,
in grado di lavorare navi con pescaggio sino a 16 metri (questo
terminal è più vicino all'ingresso della baia rispetto
all'altro) il terminal TCB è pronto ad attirare le navi
post-Panamax, anche se fino adesso non vi è riuscito.
Il Maritima Valenciana Terminal presso il Muelle Sur dovrebbe
divenire operativo all'inizio dell'anno prossimo, allorquando
l'operatore terminalistico in questione sposterà tutte
le proprie attività dalle attuali localizzazioni presso
il Muelle Levant ed il Muelle Norte. La capacità del nuovo
terminal è prossima ad un milione di TEU/anno sui 200 ettari
di territorio bonificato (rispetto alla precedente capacità
di 600.000 TEU), tutte le sette gru a cavalletto sono di costruzione
Paceco (comprese le quattro post-Panamax) e vi sono più
di 16 metri di profondità lungo la banchina, che - una
volta completata - sarà lunga 1.600 metri.
Nello sviluppo è compreso un nuovo terminal ferroviario
che sarà controllato direttamente dalla Maritima Valenciana.
Quest'ultima ritiene che il terminal rappresenterà un notevole
vantaggio nel contesto dei propri sforzi per attirare il tonnellaggio
post-Panamax, che già effettua scali occasionali.
Nel contempo, l'espansione verso ovest di Bilbao procede di buon
passo. I lavori civili (bonifica, costruzione delle banchine e
delle altre infrastrutture) del costo pari a 241 milioni di dollari
USA dovrebbero essere completati a settembre dell'anno prossimo,
raddoppiando l'area portuale containerizzata fino a tre milioni
di metri quadrati. Gli appalti relativi alle operazioni terminalistiche
dovrebbero essere indetti nel corso della prossima estate (a giugno
o luglio) mentre le operazioni cominceranno all'inizio del 1999.
Sebbene le parti esterne abbiano già dimostrato notevole
interesse, sembrerebbe opportuno che abbia la priorità
uno dei tre operatori terminalistici già presenti (oppure
- com'è possibile - una associazione collaborativa tra
- poniamo - due di loro).
Al momento, MacAndrews, Vapores Suardiaz e TMB (Terminales Maritimas
de Bilbao) sono estremamente carenti di spazio e riescono a lavorare
efficientemente con difficoltà, sebbene la MacAndrews sia
in grado di allargarsi ad una banchina adiacente alla propria,
dotata di maggiore pescaggio (14 metri) rispetto a quella attualmente
disponibile (9,5 metri). Essa ha in programma di farlo al più
presto possibile entro il 1998. Sarà ordinata una nuova
gru a cavalletto, probabilmente della Paceco, che ha realizzato
tutto l'equipaggiamento già esistente della società
(due gru a cavalletto e tre transtainers su rotaia).
Al momento è praticamente impossibile che la Suardiaz
o la TMB possano allargarsi altrove, mentre con tutta probabilità
non vale la pena di rimpiazzare parte dell'equipaggiamento obsoleto
di entrambi i terminals. Nel nuovo sviluppo, l'80% del quale viene
finanziato dal porto mentre altri fondi provengono dall'Unione
Europea e dalla B.E.I., è compreso un nuovo terminal ferroviario.
Al contrario della Spagna, i porti del Portogallo permangono
sotto il controllo dell'Autorità Porti, Navigazione e Trasporti
Marittimi governativa, sebbene siano in corso iniziative finalizzate
alla privatizzazione. Quest'anno l'autorità portuale ha
stanziato 625 milioni di dollari USA per il miglioramento delle
infrastrutture presso i porti minori quali Aveiro, Faro e Viana
do Castelo. Viene promossa la specializzazione dei carichi e vengono
indetti appalti presso operatori privati riguardo alla gestione
dei terminals. Nessuno di tali porti movimenta contenitori, ma
naturalmente Lisbona e Leixoes lo fanno. Complessivamente, sono
stati messi a disposizione di questi ultimi due porti, nonché
di Setubal e Sines, 268 milioni di dollari USA al fine di ottenere
miglioramenti in genere e lo sviluppo degli accessi stradali e
ferroviari.
Esistono ulteriori piani finalizzati allo sviluppo di Sines quale
nodo primario, apparentemente al fine di competere con Algesiras,
ma il suo pur verosimile successo è tutto da verificare.
Situato a circa 65 miglia nautiche a sud di Lisbona, questo porto
poco conosciuto è stato inaugurato nel 1978 per la movimentazione
dei carichi alla rinfusa, specificamente petrolio, petrolchimici
e carbone; la relativa produttività è pari a circa
22 tonnellate annue. I suoi grandi vantaggi sono rappresentati
dallo specchio d'acqua riparato e dalla disponibilità di
acque profonde; ciò ha dato luogo all'idea di un terminal
container di capacità pari a più di 6.000 TEU. Lo
scopo dichiarato è quello di attirarvi i traffici di linea
tra gli U.S.A. e l'Estremo Oriente/Sud-Est asiatico che a Sines
possono essere trasbordati alla volta di mercati quali il Nord
Europa.
Nel frattempo - per tornare alla realtà - Lisbona e Leixoes
continuano a movimentare la maggior parte del traffico containerizzato
del Paese, avendo fatto registrare una produzione annua in TEU,
rispettivamente, di 302.182 (è la prima volta che Lisbona
supera i 300.000 TEU) e 202.182 unità da venti piedi. Le
attività principali si concentrano attorno al Terminal
Alcantara, condotto privatamente dalla Liscont, ed al Terminal
Santa Apolonia, gestito dall'autorità portuale. In entrambi,
vengono continuamente effettuati investimenti.
Qualcosa come 40 milioni di dollari USA verranno spesi nei prossimi
sette anni per il Terminal Alcantara, allo scopo di ampliare la
banchina da 300 a 640 metri e di migliorare l'accesso stradale
e ferroviario. Circa il fatto che vengano installate o meno gru
bordo-costa a cavalletto più grandi si possono solo ipotizzare
congetture, dal momento che ve ne sono già due costruite
dalla Mague (l'unico produttore portoghese di equipaggiamento
di questo tipo) con una portata di 39,5 metri in grado di movimentare
contenitori disposti su 15 file affiancate e che sembra improbabile
che Lisbona (o anche Leixoes per gli stessi motivi ) possa riuscire
ad attirare le mega-portacontainers. E' anche in procinto di partire
un programma di dragaggio finalizzato al raggiungimento di una
profondità di pescaggio pari a 13 metri di cui dovrebbero
beneficiare entrambi i terminals. Allo scopo di realizzare il
programma, è in corso una ricerca di finanziamento parziale
presso l'Unione Europea. Esistono poi piani per ampliare il Terminal
di Santa Apolonia al fine di far raggiungere all'area i 15,5 ettari.
Il terminal di Leixoes è attualmente suddiviso in due
parti, la nord e la sud, gestite (e possedute) però unitamente
dall'autorità portuale. Possono esservi accolte navi di
pescaggio fino a 9 metri (a nord) e fino ad 11 metri (a sud) ed
il porto sembra essersi rassegnato definitivamente a movimentare
traffici a corto raggio e di raccordo. Al
momento vi sono complessivamente tre gru a cavalletto Mague, che
verranno completate da una quarta all'inizio del prossimo anno,
con una portata di 30 metri. L'autorità portuale sta prendendo
in considerazione l'ipotesi di concedere la gestione del terminal
ad operatori privati, interamente o diviso in due ciascuno con
un diverso operatore. In tal caso, com'è ovvio, ciascuna
banchina avrebbe due gru a cavalletto.
Man mano che aumenta l'utilizzazione delle ferrovie per la movimentazione
di contenitori, diventa sempre più necessario migliorare
la rete. E' difficile specialmente l'accesso a terminals quali
Bilbao, Lisbona e Leixoes a causa di limitazioni di spazio sulla
banchina o nei suoi pressi ed a causa delle caratteristiche geografiche
locali. I treni viaggiano direttamente tra la maggior parte dei
terminals, i quali sono collegati a Madrid laddove esiste un centro
di trasbordo per i boxes movimentati, ad esempio, da Bilbao alla
Spagna meridionale.
L'accesso ferroviario al nuovo terminal di Bilbao dovrebbe essere
assicurato da una galleria che attraversa la vicina montagna.
Entrambi i terminals di Lisbona soffrono di carenza di spazio
a causa della estrema vicinanza di strade pubbliche. All'Alcantara,
ad esempio, vi è solamente un binario unico, che può
essere utilizzato solo di notte perché la strada in cui
sono impiantate le rotaie di giorno è costantemente molto
trafficata. Anche così, il terminal afferma di movimentare
annualmente 30.000 TEU (che rappresentano il 26% della produzione
complessiva di quel terminal) da e per la Spagna ed il Portogallo.
Esistono piani finalizzati alla realizzazione di un secondo binario,
sovrastato da una gru a cavalletto, ma passerà un po' di
tempo prima che si possa usufruirne realmente. La Liscont effettua
un servizio ferroviario in proprio da e per Leixoes su base giornaliera,
il quale lo scorso anno ha trasportato 14.500 TEU.
Un servizio bisettimanale da Barcellona a Lisbona e Leixoes (che
trasporta annualmente 6.000 TEU per lo più per conto di
navi che operano da e per l'Estremo Oriente) è stato recentemente
integrato da un servizio bisettimanale da Madrid a Lisbona effettuato
dalla TCC Sea-Train. Esistono programmi mirati ad ampliare un
domani il servizio sino a Leixoes.
(da: ICHCA News and Cargo Today, febbraio/marzo 1998)
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