Il Consiglio dei ministri dell'UE ha raggiunto oggi un accordo su una proposta di direttiva sull'orario di lavoro degli autotrasportatori. Questa direttiva regolerà l'orario di lavoro negli stati UE stabilendolo in 48 ore settimanali, con la possibilità d'estensione a 60 ore (contro le 78 ore della direttiva generale sull'orario di lavoro), a condizione che il periodo medio di 48 ore settimanali non sia superato in un periodo di riferimento di quattro mesi.
La direttiva non riguarda al momento gli autotrasportatori indipendenti, i cosiddetti "padroncini".
Esiste già una direttiva che regolamenta l'orario di lavoro dell'autotrasporto, che ha fissato in 48 ore la media della durata del lavoro alla settimana (direttiva 93/104 e modifiche). Nel 1998 la Commissione Europea aveva elaborato una proposta di regolamentazione dell'orario di lavoro nel settore dell'autotrasporto (inforMARE del 19 novembre 1998). Ma da quella data il provvedimento è rimasto bloccato sul tavolo del Consiglio UE soprattutto a causa dell'inclusione o meno nella normativa dei padroncini. Per favorire una decisione rapida in merito da parte del Consiglio, che non modificasse la natura del provvedimento, la Commissione aveva emendato la sua proposta escludendone temporaneamente gli autotrasportatori autonomi (inforMARE del 22 novembre).
Il Consiglio ritiene sia stata la sola possibilità per favorire un accordo bloccato da due anni. L'intesa raggiunta oggi prevede che la Commissione Europea presenti al Consiglio e al Parlamento UE un rapporto sull'impatto di questa esclusione due anni prima della data limite per l'attuazione di questa direttiva. Questo studio analizzerà l'effetto dell'esclusione dalla direttiva dei padroncini sulla sicurezza stradale, sui rapporti di concorrenzialità, sulla struttura professionale e sugli aspetti sociali. In base ai risultati dell'indagine la Commissione potrà proporre le condizioni di lavoro a cui gli autotrasportatori autonomi (la cui definizione dovrà essere precisata) dovranno essere sottoposti non più tardi di tre anni prima della data di attuazione della direttiva.
La direttiva, che deve ancora ottenere il consenso del Parlamento europeo, dovrà essere inoltre approvata non più tardi di due anni prima della sua entrata in vigore.
Il provvedimento dà una definizione più ampia dell'orario di lavoro di quella prevista dalla attuale normativa: l'orario comprende infatti attività quali lo scarico e il carico dei passeggeri o della merce e la sorveglianza di queste attività, il lavoro legato alla pulizia dei mezzi, alla manutenzione e all'ispezione della sicurezza dei veicoli, le formalità amministrative nei confronti di polizia, dogane o uffici per l'immigrazione. L'inizio del lavoro è inoltre definito come il momento in cui il lavoratore è sul posto di lavoro pronto ad intraprendere la sua attività.
In merito all'orario di lavoro, la direttiva - oltre alla media settimanale di 48 ore estensibile a 60 ore - prevede una pausa di almeno 30 minuti prima di 6 ore di lavoro e di almeno 45 minuti prima di 9 ore di lavoro. E' inoltre proibito per i turni notturni effettuare più di 10 ore di lavoro il giorno.
Per quanto concerne le esenzioni, le proposte della Commissione prevedono che possano essere introdotte o previste esenzioni dall'obbligo delle 48 ore settimanali, dai periodi di riposo e dagli orari di lavoro notturno dalle varie normative nazionali o dagli accordi collettivi o dagli accordi tra le parti sociali, ma solo se i lavoratori potranno beneficiare di periodi equivalenti di riposo.
La possibilità di modificare l'orario medio di lavoro non può comunque prevedere di individuare tale orario medio di 48 ore sulla base di un periodo maggiore di 6 mesi.
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