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Crollo del traffico dei passeggeri nei tre porti sardi di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres
Piro: «l'esordio del 2011 è catastrofico». Il presidente dell'Autorità Portuale del Nord Sardegna auspica che Regione e privati possano lavorare in un clima di distensione, pena la scomparsa dell'isola dagli itinerari delle vacanze
23 maggio 2011
L'Autorità Portuale del Nord Sardegna ha rilevato un decremento di ben centomila unità del numero di passeggeri movimentati dai porti di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres nel primo quadrimestre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2010. Secondo l'ente portuale tale accentuata diminuzione è frutto soprattutto del rincaro delle tariffe dei traghetti, ma anche della sospensione di alcuni servizi marittimi con il continente e del minor numero di week-end e della riduzione dei ponti festivi rispetto allo scorso anno e costituisce - ha sottolineato - «la prima vera crisi dell'ultimo decennio».
«Sul versante del traffico passeggeri - ha commentato il presidente dell'Autorità Portuale del Nord Sardegna, Paolo Piro - l'esordio del 2011 è catastrofico. Centomila passeggeri in meno sui tre porti, in appena quattro mensilità, è il segnale evidente di una crisi che avrà grosse ripercussioni su tutta l'economia isolana».
Complessivamente nei primi quattro mesi del 2011 i tre porti della Sardegna settentrionale hanno movimentato 519.779 passeggeri, con un calo del 16,4% rispetto a 621.783 passeggeri nel primo quadrimestre dello scorso anno. Le navi approdate ai tre scali sono state 2.123, con una flessione del 22,6% rispetto a 2.744 navi nei primi quattro mesi del 2010.
Il solo porto di Olbia è stato scalato da 1.383 navi (-27,7%) per un traffico di 323.119 passeggeri (-17,7%). A Golfo Aranci sono approdate 271 navi (-20,3) per un traffico di 76.618 passeggeri (-24,7%). Il traffico a Porto Torres è stato di 469 navi (-4,7%) per un totale di 120.042 passeggeri (-5,7%). Tra le rotte non operate rispetto allo scorso anno - ha ricordato l'ente portuale - ad Olbia figura la sospensione della linea per Genova, operata dalla Tirrenia e riavviata solo il 19 aprile, e di quella per Civitavecchia della Snav, che riprenderà solo alla fine del mese di maggio; a Golfo Aranci è stata registrata la sospensione di una corsa pomeridiana per Civitavecchia, mentre Porto Torres ha scontato la riduzione delle corse della Grandi Navi Veloci e la sospensione, per il periodo invernale, della tratta Civitavecchia-Porto Torres-Barcellona della Grimaldi Lines.
«È preoccupante - ha evidenziato Piro - la perdita di 70mila unità nel solo porto dell'Isola Bianca, di 25mila in quello di Golfo Aranci e, fortunatamente, di solo settemila passeggeri su Porto Torres. Segno evidente che il caro traghetti, congiunto alla diminuzione del potere di spesa di molti italiani e ai ponti feriali ridotti, stia determinando una disaffezione verso la nostra Sardegna. La stessa sospensione di linee come la Genova-Olbia da ottobre 2010 ad aprile 2011 e la Civitavecchia-Olbia della Snav, dallo stesso periodo e per tutto il mese di maggio ancora (scelte dettate dalla necessità di adeguamento delle flotte allo Stockolm Agreement), si è rivelata, come purtroppo preventivato, determinate sul calo dei traffici per il nord dell'isola».
Alla luce dei dati statistici rilevati nella prima parte dell'anno l'Autorità Portuale ha manifestato preoccupazione per la stagione estiva ormai alle porte, anche in considerazione delle poche soluzioni possibili atte ad invertire il trend. «Osserviamo con attenzione, e con speranza di un possibile ribaltamento della situazione - ha spiegato Piro - l'iniziativa della compagnia di bandiera sarda (il presidente si riferisce alla recente presentazione delle nuove linee della Saremar con il continente, del 20 maggio 2011, ndr). La scelta della Regione - ha proseguito Piro - è sicuramente apprezzabile, ma occorre che questa abbia un seguito anche oltre i mesi estivi. È altrettanto indispensabile che tutti gli armatori rivedano la loro posizione nei confronti dell'utenza. Il caro carburante non giustifica, in toto, un balzo così eclatante dei prezzi che, sappiamo bene, è effetto dalla necessità, anche lecita, di ripianare i buchi in bilancio provocati dai cali di prenotazioni nella bassa stagione, ma questo non deve pesare sulle tasche dell'utenza. Mi auguro che Regione e privati possano lavorare in un clima di distensione, perché posizioni rigide, come quelle che si stanno delineando, non faranno altro che provocare, e i dati lo dimostrano, la temuta scomparsa della nostra isola dagli itinerari vacanze per quest'anno e, temo, anche per i prossimi, a favore di località come la Croazia, la Sicilia e la Spagna».
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