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Ok del Parlamento UE alla Guardia Costiera e di Frontiera Europea e ai limiti di emissione per le macchine mobili non stradali
Feport, il regolamento sulle emissioni offre chiarezza ai terminal operator relativamente ai requisiti dei motori
6 luglio 2016
Oggi il Parlamento europeo, con 483 voti a favore, 181 contrari e 48 astensioni, ha approvato in via definitiva la nuova Guardia Costiera e di Frontiera Europea che verrà istituita con la creazione di un sistema di controllo delle frontiere che riunisce l'agenzia comunitaria di frontiera Frontex e le autorità di gestione delle frontiere nazionali ( del 22 giugno 2016).
Secondo le nuove regole, che secondo le previsioni entreranno in vigore in autunno, le autorità nazionali continueranno a occuparsi delle attività giornaliere di controllo delle frontiere, ma in presenza di una situazione critica potranno chiedere l'intervento della nuova Agenzia Europea per la Guardia Costiera e di Frontiera che potrà dislocare rapidamente squadre d'intervento con l'invio, entro cinque giorni lavorativi, di personale e delle attrezzature tecniche necessarie.
Oltre che su richiesta di uno Stato membro, le squadre d'intervento rapido alle frontiere potrebbero essere utilizzate temporaneamente anche su decisione del Consiglio dell'UE. Infatti, Nel caso in cui uno Stato membro non attui le misure proposte dall'Agenzia o la pressione migratoria comprometta il funzionamento dei confini dell'area Schengen, la Commissione Europea potrà presentare una proposta di intervento al Consiglio che deciderà sulla necessità di inviare le squadre di intervento. Il piano operativo dovrà essere poi concordato con lo Stato membro interessato e con l'Agenzia prima del trasferimento in loco della squadra. Se uno Stato membro dovesse rifiutare un intervento deciso dal Consiglio, gli altri Stati membri dell'UE potranno reintrodurre i controlli alle frontiere interne.
L'Agenzia avrà anche un ruolo maggiore rispetto a quello odierno dell'agenzia Frontex nel rimpatrio dei migranti verso il loro Paese di origine, ma solo quando l'esecuzione di decisioni che sono già state adottate dalle autorità nazionali e le disposizioni per il rimpatrio saranno state ulteriormente rafforzate da garanzie sui diritti fondamentali. L'Agenzia non si occuperà del rimpatrio tra Paesi non-UE.
L'Agenzia non disporrà di guardie di frontiera proprie, ma potrà contare su una riserva di reazione rapida formata da 1.500 guardie di frontiera nominate dagli Stati membri. Il principale apporto di personale a questa riserva sarà effettuato dalla Francia (170 addetti), dall'Italia (125), dalla Spagna (111), dalla Polonia (100) e dalla Romania (75).
Nella seduta di ieri, inoltre, il Parlamento europeo ha approvato i limiti di emissione per le macchine mobili non stradali, aggiornando le norme di omologazione e i limiti di emissione europei per i motori a combustione interna per questo tipo di veicoli, tra cui tagliaerba, bulldozer, automotrici diesel e navi per la navigazione interna. La proposta di regolamento era già stata concordata in modo informale con la presidenza olandese del Consiglio. La relazione dell'europarlamentare Elisabetta Gardini è stata adottata con 623 voti favorevoli, 57 contrari e 27 astensioni.
La normativa definisce alcune categorie di motori, che sono poi suddivisi in sotto-categorie in base alla gamma di potenza. Per ogni categoria sono stabiliti i limiti di emissione per il monossido di carbonio (CO), gli idrocarburi (HC), gli ossidi di azoto (NOx) e il particolato (PM), e le scadenze per la loro attuazione, a partire dal 2018. Rispetto alla direttiva vigente, il nuovo regolamento copre più tipi di motori, semplifica le procedure amministrative e migliora la sorveglianza del mercato. In particolare, le norme includono un nuovo sistema di monitoraggio delle emissioni che dovrebbe colmare il divario esistente tra i campioni delle emissioni verificate in laboratorio e quelle misurate con i veicoli in esercizio.
«Abbiamo ristretto ancora di più i limiti proposti dalla Commissione Europea per le gamme di potenza di molti motori - ha spiegato Elisabetta Gardini - ma abbiamo mantenuto un approccio abbastanza ragionevole per far sì che l'industria possa rispettare i nuovi requisiti in breve tempo; e questo era l'obiettivo più importante».
Il via libera al nuovo regolamento è stato accolto con favore dalla federazione dei terminalisti portuali privati europei, che ha ricordato di aver sostenuto la sua adozione in quanto il regolamento offre chiarezza ai terminal operator relativamente ai requisiti dei motori e include disposizioni per consentire agli operatori di recuperare i loro investimenti effettuati per dotarsi delle flotta di mezzi di movimentazione.
«Riteniamo - ha commentato Conor Feighan, policy advisor per le questioni ambientali della Federation of European Private Port Operators and Terminals (Feport) - che l'adozione di questo regolamento dimostri che le esigenze ambientali e la competitività delle industrie europee possono andare di pari passo. Il testo finale dimostra i meriti della cooperazione, di un approccio proattivo e di un aperto dialogo tra le tre istituzioni dell'UE e gli stakeholder non istituzionali. Feport - ha concluso Fieghan - intende ribadire il proprio impegno volto a sostenere iniziative ambientali equilibrate».
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