- La Commissione Europea ha avviato un'indagine approfondita sulle esenzioni dalle imposte societarie concesse dalle norme in Francia e in Belgio agli enti e società che gestiscono i porti, per accertare se tali esenzioni sono in linea con le norme UE in materia di aiuti di Stato e se offrono alle aziende un vantaggio rispetto ai loro concorrenti di altri Stati membri. L'attivazione dell'indagine segue l'invito rivolto lo scorso gennaio da Bruxelles a Francia e Belgio ad adeguare le rispettive norme sulle imposte ai porti alla legislazione comunitaria e a rimuovere l'esenzione fiscale per gli scali portuali ( del 22 gennaio 2016), esortazione a cui Francia e Belgio non hanno dato seguito non accettando di allineare la loro legislazione fiscale.
-
- La Commissione ha ricordato che in Francia la maggior parte dei porti, tra cui gli undici “grandi porti marittimi” (Bordeaux, Dunkerque, La Rochelle, Le Havre, Marsiglia, Nantes-Saint-Nazaire, Rouen nonché Guadalupa, Guyana, Martinica e Réunion), la Port autonome de Paris e i porti gestiti da Camere di Commercio e dell'Industria sono completamente esentati dall'imposta sulle società e ciò - ha rilevato la Commissione - si traduce in un livello generalmente inferiore di tassazione per le attività commerciali dei porti francesi rispetto ad altre aziende che operano in Francia.
-
- Inoltre in Belgio un certo numero di porti marittimi e fluviali, inclusi i porti di Anversa, Bruges, Bruxelles, Charleroi, Gand, Liegi, Namur e Ostenda, e i porti lungo i canali delle province di Hainaut e delle Fiandre, non sono soggetti al regime fiscale generale sulle società e sono tassati sotto un altro regime in base al quale l'aliquota applicata alle attività commerciali dei porti belgi risulta generalmente inferiore rispetto a quella delle altre aziende che operano in Belgio.
-
- «I porti - ha sottolineato Margrethe Vestager, commissario europeo alla Concorrenza - svolgono un ruolo cruciale per l'economia europea. Le norme sulla concorrenza in vigore nell'UE prendono in considerazione e consentono agli Stati membri di sostenere la costruzione o l'ammodernamento di infrastrutture portuali attraverso aiuti agli investimenti. Tuttavia non si può ammettere che le esenzioni fiscali falsino la concorrenza conferendo un vantaggio indebito ad alcuni porti europei a scapito di altri».
|