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Messina annuncia un rialzo generalizzato dei noli, l'unica seria misura - spiega la compagnia italiana - per riequilibrare il mercato
I noli marittimi - evidenzia l'azienda genovese - sono a livelli insostenibili per qualsiasi armatore
19 settembre 2016
La compagnia di navigazione italiana Ignazio Messina & C. ha annunciato oggi un adeguamento dei noli spiegando che il rialzo generalizzato delle tariffe è stato deciso «nella convinzione che questa rappresenti l'unica seria misura per riequilibrare il mercato, in attesa che le strategie di riduzione sempre più spinta dei costi possano produrre effetti concreti». Il gruppo Messina ha precisato inoltre che «una revisione delle politiche sui noli è stata decisa in considerazione del deterioramento costante del mercato mondiale del trasporto container e del segnale forte e chiaro lanciato a tutta la comunità dello shipping dal caso Hanjin».
Per la compagnia genovese, infatti, «il caso dell'Hanjin è esemplare della situazione del mercato del settore containerizzato che sta vivendo in assoluto il suo peggiore momento dall'inizio (agosto 2008) della crisi economico-finanziaria internazionale: settore caratterizzato, sì, da grandi indebitamenti, necessari però per crescere e rinnovare la flotta in una industria fortemente capital intensive - ha sottolineato la Messina - ma soprattutto caratterizzato dalla caduta a picco dei noli a partire dalla primavera 2015 e che sembra non avere una fine. Le ingenti perdite registrate da tutte le principali compagnie di navigazione ancora in questi ultimi mesi, alcune delle quali anche superiori in valore assoluto a quelle della stessa Hanjin, forniscono la conferma di un punto di svolta: ovvero che non è più possibile andare avanti senza un intervento sui noli e quindi sul fronte dei ricavi».
La compagnia ha evidenziato che «la costruzione di navi di sempre maggiore capacità, con l'ardua speranza di poter sfruttare sempre maggiori economie di scala, legata al rallentamento generalizzato dell'economia internazionale, ha spinto i noli marittimi a livelli insostenibili per qualsiasi armatore, non solo sulle rotte dove sono impiegate le navi da 18/20.000 teu di capacità, ma a livello generalizzato su tutte le rotte marittime. Livelli di nolo in alcuni casi negativi (vengono coperte le solo le spese d'imbarco/sbarco e/o le spese accessorie); il costo del bunker aumentato più dell'80% dall'inizio dell'anno; il commercio internazionale stagnante; la diminuzione degli investimenti, specie nelle grandi infrastrutture, dell'economie che fondano le proprie entrate sull'Oil & Gas; la crisi socio-politica di alcuni Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente - ha osservato la Messina - impongono strategie sempre più aggressive di riduzione dei costi che, anche se non completamente risolutive, ogni compagnia di navigazione sta portando avanti ormai da numerosi anni».
I General Rate Increase (GRI) annunciati dalla compagnia riguardano alcuni servizi di linea. In particolare, dalla partenza del prossimo 1° ottobre della nave Jolly Diamante da Genova sarà applicato un aumento di 450dollari/teu dai porti del West Med (Barcellona, Castellon, Marsiglia, Genova e Salerno) per i porti di Mombasa, Dar Es Salaam e Mogadiscio; per gli stessi porti di destino, dal Portogallo (Leixoes e Setubal) l'aumento sarà di 250 dollari/teu.
Inoltre sul trade dal Sud Africa all'East Africa, a partire dalla partenza della Jolly Cristallo prevista da Durban il 16 ottobre l'aumento dei noli sarà di 300 dollari/teu.
Infine, a partire dal viaggio 445 dalla Jolly Vanadio, attualmente in corso con navigazione da Salerno a Port Said, sarà introdotto un aumento di 300 dollari/teu dai porti del Golfo Arabo e India/Pakistan per i porti del West Africa, mentre per tutte le destinazioni del West Africa dai porti del West Med, East Med e Nord Africa l'aumento sarà di 450 dollari/teu dalla partenza da Genova del 10 ottobre della nave Corcovado.
Il gruppo Messina ha specificato che nei prossimi giorni verranno annunciati degli aumenti di nolo anche per i servizi che collegano i porti del West Med a quelli del Mar Rosso, Golfo Arabo e India/Pakistan.
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