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Il governo italiano ha approvato un decreto che definisce la nuova classificazione dei porti nazionali suddividendoli in tre categorie
Le nuove norme prevedono tra l'altro che il presidente dell'AdSP adotti il Piano dell'organico del porto dei lavoratori delle imprese di cui agli articoli 16, 17 e 18 della legge 84/94
8 settembre 2017
Oggi il governo italiano, su proposta di Maria Anna Madia, ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, e di concerto con il ministro dell'Economia e delle finanze e del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, ha approvato in esame preliminare tre decreti legislativi che introducono disposizioni integrative e correttive ai decreti legislativi di attuazione della riforma della pubblica amministrazione, tra cui quello di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le Autorità Portuali, introducendo disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 4 agosto 2016, n. 169 ad un anno dalla sua entrata in vigore ( del 29 luglio 2016).
Il decreto tiene conto del riparto di competenze costituzionale tra Stato e Regioni, prevedendo una nuova classificazione dei porti e creando una netta distinzione tra porti nazionali e porti regionali, con la conseguente ripartizione degli oneri relativi alle spese infrastrutturali.
Inoltre, con la nuova classificazione è previsto che le funzioni dei porti non siano più predeterminate normativamente, ma stabilite dal piano regolatore portuale, al fine di rendere più snelle le modifiche di utilizzo delle aree portuali rispetto al mutare dei traffici commerciali.
La nuova classificazione dei porti disposta dalla nuova normativa prevede l'inclusione nella categoria I dei porti, o di specifiche aree portuali, finalizzati alla difesa militare e alla sicurezza dello Stato, nella categoria II dei porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza internazionale e nazionale rientranti nelle Autorità di Sistema portuale (AdSP) e nella categoria III dei porti, o specifiche aree portuali, di rilevanza interregionale e regionale.
Il decreto prevede anche l'adeguamento delle funzioni del presidente dell'Autorità di Sistema Portuale in materia di governance del lavoro portuale, al quale vengono prevalentemente trasferite le funzioni che prima erano svolte dall'ente gestore e l'estensione ai membri del Comitato di gestione dell'Autorità delle disposizioni vigenti in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico.
In particolare, il presidente dell'AdSP adotta il Piano dell'organico del porto dei lavoratori delle imprese di cui agli articoli 16, 17 e 18 della legge 84/94 sulla base dei piani di impresa, degli organici e del fabbisogno lavorativo comunicati da queste imprese. A queste si affiancano le funzioni che il presidente può adottare circa le misure di politiche attive del lavoro indirizzate a migliorare i fattori di criticità del mercato del lavoro tramite dei piani. Tali piani hanno per oggetto: la formazione professionale per la riqualificazione o la riconversione del personale interessato:
eventuali misure di sostegno al reddito volto ad accompagnare , per un periodo massimo di cinque anni, i lavoratori interessati ai trattamenti previdenziali di legge; la ricollocazione del personale inidoneo a ciascuna delle mansioni previste e richieste nell'ambito della fornitura del lavoro portuale.
Relativamente all'estensione del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 ai membri del Comitato di gestione dell'AdSP, è previsto che ai componenti del Comitato si applichino le disposizioni vigenti in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico. Si prevede, inoltre, che il Comitato di gestione sia comunque regolarmente costituito con la metà più uno dei componenti.
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