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Accordo Banco di Napoli - AdSP del Mar Ionio per accrescere l'attrattività della ZES di Taranto
Per lo sviluppo delle Zone Economiche Speciali l'istituto bancario ha programmato stanziamenti fino a 1,5 miliardi di euro
28 novembre 2017
Oggi il Banco di Napoli e l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, l'ente che gestisce il porto di Taranto, hanno firmato un accordo per assistere finanziariamente le imprese assegnatarie di appalti per le opere portuali mediante l'anticipazione dei crediti certificati e gli altri supporti finanziari correlati all'impianto dei cantieri. Inoltre l'accordo prevede soluzioni di consulenza, anche attraverso i desk specializzati del gruppo Intesa Sanpaolo, alle imprese che si candideranno quali investitori nelle Zone Economiche Speciali (ZES), per la elaborazione dei piani di investimento e della finanza di progetto necessarie.
I firmatari hanno evidenziato che il fenomeno delle Free Zone ha registrato un trend in continua crescita che non si è arrestato durante il periodo della globalizzazione né nel corso della crisi finanziaria mondiale degli anni scorsi. In Italia sono state istituite con legge 123/2017 e solamente le regioni del Mezzogiorno possono presentare proposta di ZES ubicate solo dove siano presenti aree portuali. La legge prevede una politica di sviluppo istituzionale fondata su aree ben individuate dove strategicamente si pone il “Porto al centro” dell'economia, vale a dire insediamenti imprenditoriali, incentivi e risorse finanziarie tutte finalizzate a far crescere l'infrastruttura marittima ed il sistema di imprese che ruotano intorno ad essa.
È stato ricordato che nel 1997 nel mondo il numero di Zone Economiche Speziali era di circa 845 distribuite in 93 Paesi e che ora tale cifra è salita a circa 4.000 e coinvolge circa 135 nazioni. L'impatto occupazionale ed economico totale generato ammonta a oltre 68,4 milioni di lavoratori diretti e un valore aggiunto generato, derivante dagli scambi, di poco più di 850 miliardi di dollari. Inoltre, secondo autorevoli stime, nelle Free Zone andrebbe a concentrarsi, con il passare del tempo, il 40% circa del totale dell'export di un Paese.
In Europa esistono diversi casi di Free Zone a diversi livelli di operatività (più che altro si tratta di punti franchi individuati all'interno di aree portuali). Se ne contano ad esempio dieci in Danimarca, otto in Germania, tre in Grecia, cinque in Spagna. In Italia vi sono quattro Zone Franche a Trieste, Venezia, Gioia Tauro e Taranto.
L'accordo sottoscritto oggi, come gli analoghi che il Banco di Napoli sta siglando con altre Autorità di Sistema Portuale e per i quali ha messo a disposizione un plafond di 1,5 miliardi di euro, ha lo scopo di stringere una relazione di lungo periodo e di stretta collaborazione con le AdSP per sostenere le imprese che attorno ai sistemi portuali realizzeranno lavori di riqualificazione e potenziamento, nuovi insediamenti con nuovi posti di lavoro, crescita dei sistemi logistici a beneficio dei settori economici circostanti. L'obiettivo è sostenere la mission delle nuove AdSP del Mezzogiorno perché garantiscano al sistema manifatturiero del Meridione nuove e potenziate capacità di intercettare flussi commerciali internazionali, ampliando così i mercati di sbocco dei prodotti e delle eccellenze territoriali per trattenere nel PIL del Mezzogiorno quanto più valore aggiunto possibile.
Alla presentazione odierna dell'accordo sono intervenuti Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, Vincenzo Cesareo, presidente di Confindustria Taranto, Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale di Intesa Sanpaolo, Sergio Prete, presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Alessandro Panaro, responsabile “Maritime & Mediterranean Economy” di SRM, e Gianluigi Venturini, direttore commerciale imprese di Intesa Sanpaolo.
«La ZES - ha evidenziato il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete - è uno degli elementi strategici che contribuiscono alla valorizzazione del patrimonio logistico e infrastrutturale del porto di Taranto, che beneficia ora di una concreta opportunità di riconnettersi al mondo imprenditoriale del territorio e in generale alla comunità di business nazionale e internazionale. L'accordo siglato oggi con il Banco di Napoli rappresenta un fattore abilitante che aumenta l'attrattività della nostra ZES e una ulteriore opportunità per le imprese (esistenti o di nuovo insediamento) che decideranno di investire nel nostro territorio».
«Il valore delle ZES - ha specificato Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale Intesa Sanpaolo - va oltre i forti benefici fiscali e le procedure semplificate di cui possono godere gli investimenti realizzati al loro interno. Devono infatti essere punto di sviluppo e di aggregazione delle imprese del territorio votate all'export. È importante, affinché siano strumento di effettivo valore, che le ZES siano punto nodale del sistema produttivo e che siano capaci anche di sollecitare una rinnovata attenzione alle esigenze di sviluppo formativo degli imprenditori così come di attrarre chi fa e produce innovazione. Il Banco di Napoli ha raggiunto un importante accordo con l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, non solo per garantire alle ZES tutto il supporto finanziario di cui hanno bisogno le imprese per realizzare i loro investimenti, siano essi infrastrutturali che imprenditoriali, ma anche per offrire, ad esempio, percorsi di alta formazione su management, internazionalizzazione e digitalizzazione così come un terreno condiviso tra queste e gli hub dell'innovazione che abbiamo voluto a Napoli con la Federico II e a Bari con il Politecnico. Il Banco di Napoli, che mette a disposizione un plafond di un 1,5 miliardi di euro, ritiene che le ZES possano diventare autentiche aree di eccellenza e motori di sviluppo sostenibile dell'economia del Mezzogiorno».
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