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Spediporto, il crollo di Ponte Morandi ha avuto eccome un impatto sull'attività degli spedizionieri, ma ci sono anche altri motivi di preoccupazione
Botta: il porto di Genova negli ultimi 10 anni era cresciuto del 65%; quest'anno chiuderemo con il segno meno
4 gennaio 2019
Il crollo a Genova del ponte autostradale Morandi, avvenuto a metà agosto, ha avuto eccome un impatto negativo sull'attività degli spedizionieri del capoluogo ligure. Lo sottolinea l'associazione genovese di settore Spediporto, specificando che il segno meno chiude l'anno del porto di Genova e che i dati rilevati dall'associazione «non lasciano spazio ad essere interpretati: avevamo sperato - spiega il presidente di Spediporto, Alessandro Pitto - in un piccolo recupero a fine anno coincidente con il periodo di peak season dei traffici marittimi, che tradizionalmente è a dicembre, ma così non è stato. I dati forniti a dicembre dai nostri associati - precisa Pitto - confermano purtroppo una pessima chiusura con un -2%. Per fortuna l'export, che ha registrato un +6%, sempre nel mese di dicembre, ha mitigato un dato che poteva essere molto più negativo».
«Il nesso di causalità con il crollo del Ponte Morandi - conferma il direttore generale dell'associazione, Giampaolo Botta - per noi è evidente e provato dai numeri. Il nostro era uno scalo che negli ultimi 10 anni era cresciuto del 65%, quest'anno chiuderemo con il segno meno. Lasciamo che sia l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale a ufficializzare dati e volumi delle perdite, perché è giusto che sia così, ma noi siamo molto preoccupati. Il mese di novembre aveva fatto sperare in una piccolo ma significativa ripresa, a fronte di un -9% circa nelle importazioni, l'export con un +8,96%, aveva dato un colpo di reni al porto di Genova che aveva chiuso il mese di novembre con quasi un +2% complessivo, il dato però non si è confermato a dicembre».
L'associazione degli spedizionieri genovesi evidenzia inoltre che a preoccupare la categoria non è solo l'impatto negativo determinato dal crollo del viadotto autostradale, ma anche «gli scenari internazionali che mostrano una economia globale in frenata. Dalla guerra dei dazi, portata avanti dal governo USA, alla delicata in Europa con la Brexit - sottolinea Spediporto - i punti interrogativi sono numerosi e certamente non favoriscono l'ottimismo».
«Proprio ieri - rileva Botta - sono arrivati i dati del porto di Anversa che ha chiuso l'anno con un nuovo importante record di crescita del 5,5% nel traffico containers ed un più generale +5,8% nelle tonnellate confermandosi ormai come uno dei più importanti world-class player e confermandosi come vero motore trainante l'economia dell'intero Belgio» ( del 28 dicembre 2018). «Genova - osserva Botta - potrebbe essere per l'Italia, quello che Anversa è per il Belgio, ma dobbiamo spingere tutti nella stessa direzione ed avere coraggio di compiere scelte di svolta».
«Dobbiamo avere il coraggio - prosegue il direttore generale dell'associazione - di abbattere il muro della burocrazia, che non vuol dire negare il ruolo delle pubbliche amministrazioni ma ammodernarne la cultura. Cittadini ed imprese devono essere i primi clienti della Azienda Italia. Le nostre amministrazioni, dal Comune alla Regione, passando per Camera di Commercio di Genova e AdSP del Mar Ligure Occidentale, hanno fatto e stanno facendo molto, ma dobbiamo trovare unità di intenti e di obiettivi come nei giorni successivi al crollo. Siamo anche preoccupati dalla raffica di scioperi che potrebbero ulteriormente funestare questo inizio anno. Dalla prossima settimana in avanti saranno molte le iniziative di protesta, lecite e legittime, ma attenzione a non innescare ulteriori elementi di incertezza internazionale sul nostro porto».
Per Spediporto, il decreto legge Genova e la Legge di Bilancio, recentemente varata dal parlamento e dal governo, «offrono strumenti interessanti di innovazione». «Dobbiamo tornare - afferma Botta - ad attrarre investimenti dall'estero attraverso una moderna politica di semplificazione al business. Nel mese di gennaio - conclude Botta - abbiamo in agenda di formalizzare un progetto di ZLS integrata con la Zona Franca Urbana ed il retroporto, chiederemo al sindaco Bucci massima attenzione sulle nostre idee, intanto Spediporto prosegue la Class Action contro Autostrade per l'Italia».
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