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Porto di Gioia Tauro, per uscire dalla crisi Fit Cisl esorta a dare corso all'Accordo Programma Quadro del 2016
Fiorenza: procedere a un'oculata rivisitazione della concessione delle banchine per aprire all'approdo di nuovi operatori
21 gennaio 2019
Fit Cisl Calabria esorta le istituzioni ad attivarsi per affrontare la crisi del porto di Gioia Tauro e la conseguente emergenza lavoro. «Le sempre più impellenti questioni che affliggono la vita lavorativa, economica e produttiva nel porto e nell'area portuale di Gioia Tauro - spiega il segretario regionale dell'organizzazione sindacale, Annibale Fiorenza - tardano a registrare le attese soluzioni dipendenti dall'attuazione delle opere infrastrutturali e dagli insediamenti produttivi ampiamente condivisi a livello territoriale, regionale e nazionale. Ben vengano i ministri e parlamentari ma non per fare passerelle e visite che non portano in dote idee e atti sostanziali per uscire da una crisi senza precedenti. Bisogna - sottolinea Fiorenza - avviare i cantieri di quanto già condiviso ed esplicitato nell'Accordo Programma Quadro del 26 luglio 2016 che non va disatteso ma valorizzato e meglio sostenuto in termini procedurali e finanziari» ( del 28 luglio 2016).
«È dal 10 settembre 2018 - ricorda il rappresentante di Fit Cisl - che attendiamo la ripresa di un confronto, presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con tutti i soggetti in causa. Un confronto arenatosi nel diffondersi delle tante emergenze nazionali tra le quali, comunque, questa del porto di Gioia Tauro, va inquadrata tra le priorità e non trascurata e sottovalutata».
«Le recenti sentenze che portano al reintegro dei lavoratori portuali già licenziati - evidenzia Fiorenza - ci consegnano un giusto atto di trasparenza legale, ma anche una eccezionale urgenza di accelerare su tutti gli elementi che possono garantire la loro proficua utilizzazione e una stabilità lavorativa, ad oggi, molto incerta per tutta la forza lavoro coinvolta».
«Anche per i più distratti - prosegue Fiorenza - dovrebbe essere fin troppo evidente che le condizioni di crisi e le persistenti difficoltà riorganizzative ed espansive, della compagine societaria MCT, sono allarmanti ed è giusto che, nel permanere di tali condizioni, si possa procedere a una oculata rivisitazione della concessione delle banchine e dei piazzali con l'intento di aprire all'approdo di nuovi operatori. Le attività di transhipment, che già nel 2017 avevano registrato un -11% e il licenziamento di 377 lavoratori, chiudono il 2018 sprofondando verso circa un -17% rispetto all'anno 2016, quando, in data 26 luglio, istituzioni, imprese e organizzazioni sindacali, per fronteggiare l'emergenza sociale, sono riuscite a sviluppare e sottoscrivere il sopracitato Accordo Quadro ad oggi in forte ritardo sui capisaldi che puntavano al rilancio e allo sviluppo delle attività portuali, industriali, commerciali e trasportistiche nell'intera area, portando in dote strumenti come l'Agenzia per il lavoro portuale pensata per dare sostegno economico ai lavoratori fuori dal ciclo produttivo e per garantire percorsi di formazione e di ricollocazione lavorativa. Questo resta il vulnus delle possibili azioni sinergiche utili a portarci fuori dal guado che sta mettendo a serio rischio il futuro strategico ed economico dell'infrastruttura e della Calabria».
«In questo contesto, a salvaguardia di tutti i lavoratori - osserva Fiorenza - c'è bisogno di riconsiderare le soluzioni più immediate e idonee a scongiurare il fallimento di ogni prospettiva di rilancio strategico e produttivo dell'intera area portuale, a partire, dal comparto trainante che è quello del trasporto marittimo internazionale e intermodale nazionale. In quest'ottica, alla società MCT sollecitiamo di attuare gli investimenti di cui ha preso impegno nell'APQ e convocare, al più presto, le parti sociali per accelerare un percorso, non di sopravvivenza, ma di uscita dal tunnel della crisi. Contestualmente non consentiremo passi indietro sugli obiettivi, già condivisi e sottoscritti. L'attivazione della Zona Economica Speciale, la realizzazione del Bacino di carenaggio, del Polo della logistica integrata con l'attivazione del gateway ferroviario, il rilancio delle Attività di transhipment e l'avvio di nuove attività produttive sull'intero territorio ricompreso nella ZES restano i nostri punti fermi».
«Al governo nazionale, all'Autorità Portuale e alla Regione Calabria - conclude il segretario regionale di Fit Cisl - si chiede di salvaguardare il valore e le potenzialità della infrastruttura calabrese che resta uno dei 14 “Porti Core” sulla rete TEN-T e nodo strategico nel Mediterraneo. In quest'ottica chiediamo un'immediata ripresa del confronto e un concreto impegno del governo nazionale sulle determinazioni urgenti e indifferibile sia sui contenuti delle concessioni e sia sugli assetti territoriali e di governo della nuova Autorità di Sistema Portuale che, per noi, non può prescindere dall'unità operativa e funzionale dell'intero sistema portuale calabrese».
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