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ECSA, per decarbonizzare lo shipping è meglio imporre requisiti ai fornitori di fuel piuttosto che alle navi
Altrimenti - avverte Dorsman - una tale misura sarebbe difficile da applicare e avrebbe gravi conseguenze sul mercato. L'associazione apre all'introduzione di una misura basata sul mercato
15 febbraio 2021
L'associazione degli armatori europei ECSA chiede all'Unione Europea di destinare risorse economiche all'incentivazione dell'utilizzo di combustibili ad uso navale a basse o zero emissioni di anidride carbonica, ma soprattutto invita l'UE ad imporre il rispetto di standard relativi ai fuel navali ai fornitori di combustibili navali piuttosto che imporlo alle navi.
Sottolineando che l'industria dello shipping è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del trasporto marittimo, l'European Community Shipowners' Associations ha evidenziato che il conseguimento di questo obiettivo dipende principalmente dall'introduzione in questo settore di combustibili alternativi a zero o basse emissioni, carburanti che devono essere sicuri e disponibili in tutto il mondo che però - ha rilevato l'associazione armatoriale - non esistono ancora.
Alla luce di questo problema, l'ECSA ha esortato l'UE ad adottare un duplice approccio: istituire un fondo nell'ambito di un sistema che introduce una misura basata sul mercato (un approccio che in precedenza era stato respinto dall'associazione armatoriale) utilizzando i ricavi ottenuti per finanziare progetti di ricerca e sviluppo e per colmare il divario di prezzo tra i nuovi combustibili a basse emissioni e i combustibili convenzionali; nel contempo incentivare i fornitori di combustibili e chiedere loro di includere nella loro offerta una determinata quota di combustibili a basse o zero emissioni di carbonio, introducendo appositi sotto-obiettivi e un moltiplicatore superiore per i combustibili a basse o zero emissioni nell'ambito della direttiva europea sulle energie rinnovabili.
«Introdurre appropriati incentivi e requisiti per i fornitori di combustibili al fine di rendere disponibili sul mercato fuel a basse e zero emissioni di carbonio per il trasporto marittimo - ha spiegato il segretario generale dell'ECSA, Martin Dorsman - costituisce un prerequisito per la decarbonizzazione del settore. Come per la diffusione di tutti i nuovi combustibili - ha osservato - il dilemma dell'uovo e della gallina può essere affrontato solamente introducendo requisiti adeguati per i fornitori di fuel. Un fondo nell'ambito di una misura basata sul mercato potrebbe promuovere la diffusione di questi combustibili».
«Uno standard per il combustibile - ha ribadito Dorsman - dovrebbe essere rivolto ai fornitori di fuel piuttosto che alle navi che sono meramente utilizzatrici di combustibile. Ciò è particolarmente importante e dovrebbe essere preso in considerazione dalla Commissione Europea nell'ambito della prossima proposta FuelEU Maritime. Noi - ha specificato il segretario generale dell'associazione degli armatori europei - siamo piuttosto preoccupati dal fatto che FuelEU Maritime possa proporre uno standard per il combustibile quale requisito per le navi. Una tale misura - ha avvertito Dorsman - avrebbe gravi conseguenze sul mercato del bunkeraggio e sarebbe difficile da applicare. Cosa ancora più importante, non incentiverebbe i miglioramenti in tema di efficienza energetica, siano essi tecnici, come l'uso dell'energia eolica per contribuire alla propulsione delle navi, i sistemi di recupero del calore, l'ottimizzazione degli scafi e delle eliche e così via, oppure operativi, come l'ottimizzazione della rotta, lo slow steaming, eccetera».
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