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Partito dalla Spezia un carico di munizioni destinato a Santo Domingo, ma scoperto e sequestrato a Dakar
Sommariva: sarebbe necessaria una norma che preveda l'obbligo di adeguata certificazione per i vettori marittimi di queste tipologie di merci
20 gennaio 2022
Martedì nel porto di Dakar la dogana senegalese ha scoperto tre container pieni di munizioni di vario tipo a bordo della nave Eolika, carico che è stato sequestrato dall'Unité mixte de contrôle des conteneurs (UMCC) e il cui valore è stato stimato in più di tre miliardi di franchi CFA (4,6 milioni di euro). La Eolika, nave battente bandiera della Guyana che è di proprietà di una società svizzera ed è gestita da armatori greci con equipaggio ucraino, aveva imbarcato questo carico, contenente proiettili dell'italiana Fiocchi Munizioni, nel porto di La Spezia. In origine destinato regolarmente a Santo Domingo, il carico è invece stato rinvenuto a Dakar grazie ad un'ispezione condotta dall'UMCC a seguito di sospetti sull'attività della nave generati dall'assenza a bordo di affidabili documenti di navigazione, ma soprattutto - ha reso noto la dogana senegalese - di incongruenze nelle dichiarazioni del comandante della nave.
Commentando la notizia del sequestro del carico partito dal porto spezzino, il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Mar Ligure Orientale, Mario Sommariva, ha rilevato che «quanto avvenuto dimostra che imbarcare merci delicatissime come le armi, sebbene regolarmente autorizzate dalle autorità competenti, non basta a impedire che possano diventare oggetto di traffici illegali. Il rischio che carichi sensibilissimi possano essere distolti per destinazioni e fini diversi da quelli consentiti dalla giurisprudenza italiana - ha osservato Sommariva - è reale». Secondo il presidente dell'AdSP, «per dare maggiore e piena efficacia alla legge 185/90 (“Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”) sarebbe necessario integrarla con una norma che preveda l'obbligo di adeguata certificazione per i vettori marittimi di queste tipologie di merci, che effettuano i trasporti dal nostro Paese. Senza porre limitazioni al commercio internazionale potrebbero essere individuati degli standard minimi qualitativi, ivi comprese idonee garanzie e fideiussioni, a cui il naviglio impiegato dovrebbe rispondere. Un simile dispositivo - ha concluso - potrebbe permettere alla catena logistica dell'industria italiana delle armi di arginare pericolose infiltrazioni, che trasformano le necessità di sicurezza dei popoli in tempo di pace, in guerre e conflitti».
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