Tra i proprietari delle merci e i camionisti che le trasportano il principio di “responsabilità di filiera” non funziona. Lo ha sottolineato Trasportounito evidenziando che se su 176 mila veicoli controllati dalla Polizia Stradale da gennaio a settembre scorsi sono state comminate circa 60mila sanzioni fra quelle ritenute più importanti, del totale delle multe i proprietari delle merci trasportate ne hanno ricevute, in contemporanea, soltanto lo 0,5% (circa 850) a dimostrazione del fatto. «Dati - ha spiegato il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo - che, da un lato, confermano il degrado del settore costretto a viaggiare sulla soglia costante della precarietà, dall'altro il fallimento di qualsiasi politica di filiera con la conseguenza di relegare l'autotrasporto nell'ultimo anello della catena del movimento delle merci in Italia, e quindi esposto a una competizione estrema che spesso si scarica negativamente sulla strada».
«Gran parte delle irregolarità compiute durante le fasi dell'autotrasporto - ha precisato Longo - producono vantaggi su tempi di consegna, tariffe e condizioni operative, a favore dei committenti del trasporto, lasciandone però le responsabilità a chi svolge effettivamente il servizio con i propri mezzi. I dati sono eloquenti: il 12% dei conducenti non ha rispettato i tempi di guida e di riposo mentre un preoccupante 11% ha dimostrato irregolarità su pesi, dimensioni e fissaggio del carico».
Osservando che sull'incidentalità in cui sono coinvolti i mezzi pesanti, nonostante il parametro chilometri/incidenti sia in lieve calo rispetto al periodo pre-pandemico, i numeri assoluti restano piuttosto alti, Longo ha rilevato che «tra le azioni da intraprendere occorre privilegiare quelle aventi capacità di prevenzione piuttosto che ricorrere alle classiche norme repressive post-danni. Ciò significa sviluppare, potenziare e migliorare le infrastrutture stradali, le aree di sosta, la segnaletica, la messaggistica e anche l'uso degli strumenti tecnologici per ridurre le “distrazioni” di tutti i conducenti, responsabili ormai del 49% dell'incidentalità stradale».