L'Autorità del Canale di Panama ha reso noto che si è concluso a suo favore l'ultimo arbitrato internazionale presso l'International Chamber of Commerce (ICC) a cui è stato conferito il compito di risolvere il contenzioso tra l'authority centromericana e il consorzio Grupo Unidos por el Canal (GUPC) a cui nel 2009 erano stati affidati i lavori di ampliamento del canale panamense
( del
9 luglio 2009 e
18 marzo 2015). Il consorzio, costituito dalla spagnola Sacyr Vallehrmoso, dall'italiana Salini Impregilo, dalla belga Jan de Nul e dalla panamense Constructora Urbana, aveva ripetutamente sollecitato il riconoscimento di ulteriori costi sostenuti, pari a più di 1,6 miliardi di dollari, al fine di portare a termine le opere
( del
2 gennaio e
20 febbraio 2014 e
2 gennaio 2015).
Ricordando che GUPC aveva infine chiesto il riconoscimento di costi per circa 671 milioni di baloa (671 milioni di dollari), l'Autorità del Canale ha specificato che il tribunale arbitrale ha respinto tutte le rivendicazioni relative alla costruzione delle nuove chiuse del canale e le rivendicazioni degli azionisti relative al ritorno sull'investimento, mentre relativamente alle quattro doglianze riferite all'aumento del costo del lavoro il tribunale ha emesso una dichiarazione con riserve rispetto ad una delle doglianze indicando che il consorzio poteva avere diritto ad il riconoscimento di un importo sino a 34 milioni di balboa soggetto all'arbitrato pendente che ammette le loro pretese relativamente ad una proroga del termine. L'Autorità del Canale ha precisato, infine, che i ricorrenti dovranno corrispondere all'authority panamense 20,6 milioni di balboa per oneri e spese legali.
Da parte sua l'italiana Webuild (ex Salini Impregilo) ha evidenziato che il consorzio riceverà ulteriori 34,9 milioni di dollari dall'Autorità del Canale di Panama, con il riconoscimento unanime del tribunale del diritto a ricevere la somma «per i claim relativi al costo della forza lavoro, oltre all'importo precedentemente assegnato dal Dispute Adjudication Board (DAB). Il Tribunale ICC - ha specificato Webuild - non ha invece accolto la domanda di GUPC relativa alla realizzazione delle paratoie del Canale di Panama ed ha accolto altre domande relative invece ai maggiori tempi di costruzione deferendo la determinazione dei relativi riconoscimenti ad altro Tribunale arbitrale già in corso».
Webuild ha ricordato che «GUPC ha consegnato l'espansione del canale di Panama nel 2016, si è occupata della sua manutenzione per tre anni e tutte le garanzie risultano ad oggi svincolate. Dalla sua messa in funzione - ha ricordato inoltre l'azienda italiana - l'Autorità del Canale di Panama ha superato tre miliardi di dollari di ricavi annui da pedaggi, grazie al perfetto funzionamento dell'opera - che rappresenta un esempio di performance & efficiency unico nel suo genere». Webuild ha precisato di aver «avviato un ulteriore arbitrato presso l'International Center for Settlement of Investment Disputes (ICSID) nei confronti della Repubblica di Panama, allo stato pendente, a tutela del proprio investimento nel paese».