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Luci ed ombre della cantieristica e dell'industria marittima italiana
Preoccupante la situazione internazionale, sbilanciata dalla forte competitività di Corea e Giappone. Il Cipe ha approvato ieri il piano di riordino del cabotaggio pubblico italiano
10 luglio 1998
Mario Margini, assessore all'Industria della Regione Liguria, ha aperto oggi pomeriggio il convegno sui problemi e sul futuro della cantieristica italiana svoltosi nella sede della Croce Verde di Sestri Ponente a Genova ricordando i segnali preoccupanti che giungono dal settore della costruzione e della riparazione navale internazionale. "Secondo i dati relativi agli ordinativi dei primi tre mesi di quest'anno, a livello internazionale - ha detto Margini - le prospettive non sono rosee", soprattutto per l'accentuata instabilità del mercato provocata dai produttori asiatici e, in particolare, da quelli coreani. La cantieristica di quelle nazioni gode infatti, pur in un momento di seria crisi economica generale, dei benefici apportati da un costo della manodopera molto contenuto e da un forte deprezzamento delle valute nazionali, che accentua in maniera considerevole la differenza dei prezzi a vantaggio dei cantieri di quei Paesi.
Meno negativa la situazione italiana, dove la Fincantieri si è affermata produttrice leader nel settore crocieristico e risulta competitiva in altri settori, tra cui quello innovativo dei fast ferries. In quest'ambito si registrano anche alcuni sintomi di ripresa in Liguria e a Genova, con la buona attività di alcuni cantieri - come quello Fincantieri di Sestri Ponente - che solo pochi anni fa sembravano essere destinati alla chiusura.
La preoccupazione per la concorrenza asiatica è stata manifestata anche dal direttore generale della Fincantieri, Bernardo Carratù, che ha ricordato anche il pericolo che viene dal Giappone, che ha deprezzato lo yen del 20 per cento. Carratù ha sottolineato l'esigenza, per la cantieristica italiana, di mantenere quei margini di flessibilità che le permettano di adattarsi velocemente alle nuove esigenze imposte dal mercato globale. L'appalto in questo - ha detto - ha un ruolo importante ed è necessario salvaguardare la presenza dell'indotto che deve essere mediamente pari al 30 per cento.
Il futuro della cantieristica è comunque legato a quello dell'attività marittima in generale e Claudio Burlando, ministro dei Trasporti e della Navigazione, ha elencato nell'intervento conclusivo i provvedimenti legislativi e le decisioni governative assunte in ciascun settore.
I recenti aiuti alla cantieristica si sono concretizzati - ha detto - con i provvedimenti del '96 e del '97, mentre altri sono ora in discussione alla Camera e prevedono contributi per 2.000 miliardi di lire, oltre a riguardare anche il settore militare (in quest'ultimo caso - ha aggiunto Burlando - la parte più rilevante cadrà in Liguria). Il ministro ha sottolineato come non si veda ancora la fine degli aiuti alla cantieristica: "non è detto - ha affermato - che sia ancora per un po' e poi basta", visto che non è ancora stato ratificato in sede OCSE l'accordo che prevede l'abolizione dei sussidi ai cantieri navali (inforMARE dell' 8 aprile e del 20 novembre 1997).
Il sostegno alla flotta italiana si è invece concretizzato, all'inizio di quest'anno, con l'istituzione del registro internazionale (inforMARE del 26, 27 e 28 febbraio) che è stato sfruttato in questi primi mesi - ha detto il ministro - principalmente per spostare alcune navi dal primo al secondo registro, ma che potrà dare un contributo significativo al rafforzamento della flotta nazionale. Il provvedimento è giunto anche in un momento decisivo - ha aggiunto Burlando: "proprio in questi giorni Rosina (amministratore delegato della compagnia Premuda, ndr.) ha detto che stavano per togliere le navi dal registro italiano".
Burlando ha ricordato anche che proprio ieri il Cipe ha approvato il piano di riordino del cabotaggio pubblico che pone a capofila di questo comparto la Tirrenia. "Non ci sarà più quindi - ha detto - la holding Finmare e la Tirrenia guiderà le quattro compagnie regionali (Saremar, Toremar, Siremar e Saremar) più l'Adriatica di Navigazione. Tirrenia (o 'Supertirrenia', come è stata battezzata da alcuni giornali) di queste società è quella che ha mostrato più capacità di risanamento e nel 2000-2001 sarà in grado di stare sul mercato senza aiuti". "Le ultime navi veloci della sua flotta - ha detto riferendosi alle unità introdotte nei collegamenti con la Sardegna poco più di un mese fa (inforMARE del 29 maggio) - hanno già ottenuto un successo rilevante e penso che questo possa essere un buon filone per la nostra cantieristica".
Burlando ha inoltre ricordato la vendita del Lloyd Triestino e dell'Italia di Navigazione, che dovrebbe essere definita entro questo mese.
Per quanto riguarda invece la portualità, "i traffici sono cresciuti molto - ha detto -, più di quanto ci aspettassimo, tanto che i sei milioni di teu - o almeno 5,8 / 5,9 - si raggiungeranno quest'anno e non, come avevamo previsto, nel 2000. Sono dati che risultano dai consuntivi del primo semestre di quest'anno". Burlando ha aggiunto che di questo processo è protagonista anche il Sud Italia e che "il boom della portualità non è dovuto alla costruzione di nuovi porti". Potenziamento degli scali che comunque è in preventivo, visto che ha sottolineato la necessità di investire e ha ricordato i 1000 miliardi di lire previsti quest'anno.
Burlando ha parlato infine della navigazione fluviale, settore sinora trascurato in cui sono stati ora impegnati 400 miliardi per la navigabilità del fiume Po: "si 'stappa' la foce - ha detto - per renderlo navigabile a navi della quinta classe", unità che possono comunque portare lavoro alla cantieristica. Un progetto che inoltre contribuirà a dare sfogo al traffico commerciale di tre regioni che insieme raccolgono il 70 per cento del movimento merci nazionale.
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