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Olga, il settimo tifone di quest'anno, sta sconvolgendo in queste ore il territorio della Corea del Sud. Oltre ai danni causati dalle intense raffiche di vento, le piogge torrenziali hanno gonfiato le acque di fiumi e torrenti provocando inondazioni e frane in molte regioni del paese e causando - secondo i primi accertamenti - una cinquantina di vittime. Il ministero della difesa ha mobilitato 2.200 soldati che avranno il compito di evacuare la popolazione nelle aree più colpite e di ricostruire ponti danneggiati o distrutti.
Il tifone, che ha un raggio d'azione di circa 240 chilometri, sta anche bloccando le attività economiche nazionali, e in particolare il ministero delle Attività marittime e della Pesca ha deciso di chiudere oggi al traffico i porti sudcoreani. Nessuna nave, sia da carico che passeggeri, può quindi entrare o uscire dagli scali nazionali e sono stati interrotti anche i collegamenti cabotieri con le numerose isole della nazione sudcoreana. Il ministero ha inoltre consigliato alle unità di oltre 50.000 tonnellate di modificare le proprie rotte per evitare le aree interessate dal tifone che, dopo aver colpito le coste meridionali del paese, si sta dirigendo a settentrione, verso la Corea del Nord e la Mongolia, per uscire questa sera dal territorio sudcoreano.
Anche il traffico aereo è stato sensibilmente ridotto: sono stati cancellati numerosi voli e sono state chiuse quattro rotte aeree tra Seul e Pusa, Mokpo, Cheju e Yosu.
Nell'agosto dello scorso anno tre settimane di piogge intense avevano provocato in Corea del Sud oltre 270 vittime e seri danni.
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