Il Parlamento iraniano ha approvato la parziale privatizzazione delle compagnie di navigazione marittima e aerea. E' stato anche dato il via libera ad un piano quinquennale che alcuni osservatori hanno considerato come il primo passo indirizzato verso la fine del monopolio statale sulle telecomunicazioni e sui servizi ferroviari che risale al 1930. Il programma, che sarà avviato il prossimo marzo, prevede infatti la possibilità per imprese private e cooperative non governative di offrire servizi in questi settori.
Lo Stato iraniano non è però ancora intenzionato a cedere la maggioranza delle società pubbliche. Il Parlamento ha infatti autorizzato il governo a vendere solo il 49 per cento della compagnia aerea Iran Air e delle compagnie di navigazione marittima Islamic Republic Shipping Company e National Iranian Tanker Company.
Il Parlamento ha anche ratificato una precedente decisione governativa che dovrebbe aprire le porte ad aziende private e a cooperative iraniane, o a società partecipate da investitori stranieri, per la realizzazione di centrali elettriche, raffinerie o centrali petrolchimiche.
L'ala conservatrice di maggioranza del Parlamento ha approvato la privatizzazione di molte società statali, ma ha bloccato altre graduali riforme del mercato proposte in un programma presentato dal presidente Mohammad Khatami, che prevedeva una forte riduzione degli aiuti pubblici al settore alimentare ed energetico.
Dopo aver superato lo scoglio del Parlamento, il piano di privatizzazione deve però ora affrontare l'ostacolo più arduo: l'approvazione di una commissione clericale, notoriamente molto intransigente in tema di liberalizzazione dei mercati.
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