- L'Autorità Portuale di Venezia denuncia ancora una volta l'incertezza in cui è costretta a programmare le proprie attività crocieristiche e a rispondere alle richieste della compagnie armatoriali del settore. Stato di incertezza che perdura ormai da lungo tempo, come evidenzia la cronistoria esposta dall'ente.
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- «Sono passati più di tre anni - ricorda l'Autorità Portuale - da quando il governo ha promesso con il decreto Clini-Passera (2 marzo 2012) di eliminare il traffico crocieristico sopra le 40mila tonnellate di stazza lorda lungo il bacino di San Marco e il canale della Giudecca imponendo anche alle grandi navi croceristiche di raggiungere la Stazione Marittima per una via alternativa. Sono tre anni che le Autorità competenti (Autorità Portuale di Venezia, Capitaneria di Porto di Venezia e, allora, Magistrato alle Acque di Venezia) hanno presentato la soluzione - entrata in laguna dalla bocca di Malamocco e Stazione Marittima raggiunta tramite il raccordo Contorta Sant'Angelo che si diparte dal canale Malamocco-Marghera - capace di rispondere all'urgenza, sempre più fatta propria anche a livello internazionale, di allontanare le grandi navi da San Marco senza per questo mettere in pericolo l'eccellenza della portualità crocieristica veneziana, e con essa dell'attività portuale come un tutto, cioè della componente storica della base economica veneziana e di una delle poche alternative alla monocoltura turistica».
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- «Sono tre anni - spiega l'ente - che l'Autorità Portuale e il suo terminalista lavorano per continuare a far accettare alle 37 compagnie di navigazione che scalano Venezia le misure transitorie di contenimento quantitativo per il 2014 e qualitativo per il 2015 del traffico crocieristico a Venezia, in attesa della realizzazione della soluzione che consentirà all'industria crocieristica internazionale di ritornare ad una normale funzionalità di Venezia come principale porto capolinea nel Mediterraneo orientale».
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- Inoltre, «sono oltre 10 mesi che è scaduto il termine (6 giugno 2014) previsto dall'ordine del giorno votato dal Senato della Repubblica (6 febbraio 2014) che imponeva di “avviare le valutazioni comparative delle soluzioni presentate entro 30 giorni e a concluderle entro tre mesi, tenuto conto della necessità di garantire i livelli occupazionali; una volta operata la scelta con le modalità, le garanzie e i tempi (...), ad effettuare nel più breve tempo possibile i lavori conseguenti utilizzando la normativa vigente”».
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- «Sono passati otto mesi, dall'8 agosto 2014, da quando - ricorda ancora l'authority portuale - il comitato di indirizzo coordinamento e controllo per la salvaguardia di Venezia, il Comitatone, ha deliberato di sottoporre a valutazione di impatto ambientale il progetto di “Adeguamento via acqua di accesso alla Stazione Marittima di Venezia e riqualificazione delle aree limitrofe al Canale Contorta-Sant'Angelo”; adempimento al quale l'Autorità Portuale di Venezia ha provveduto il 16 settembre 2014. Da quella data sono passati quattro mesi, ben oltre i termini previsti dalla legge, prima che la stessa Commissione di VIA richiedesse le integrazioni allo studio di impatto ambientale per tener conto delle osservazioni raccolte sul progetto. Nei 40 giorni successivi l'Autorità Portuale ha provveduto a rispondere a tutte le richieste di integrazione consegnando il tutto il 10 marzo 2014. Oggi sono scaduti i 30 giorni entro i quali la commissione via avrebbe dovuto (rispettando i termini ordinamentali di legge) esprimere il suo parere di compatibilità ambientale con l'indicazione di ogni eventuale prescrizione».
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- «Dal settembre 2014 ad oggi - specifica ancora l'ente - l'Autorità Portuale, con tutte le altre autorità responsabili secondo la legge e sentiti i portatori di interesse nell'ambito di formali conferenze di servizio, ha esaminato (nel rispetto dell'ordine del giorno del Senato del 6 febbraio 2014 e in esecuzione dell'atto di indirizzo del comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia dell'8 agosto 2014) i due progetti di rilocalizzazione della stazione marittima alla Bocca di Lido, progetto Duferco-De Piccoli, e a Marghera, progetto D'Agostino. Le due conferenze dei servizi si sono concluse con un giudizio di impraticabilità funzionale delle due soluzioni - nel loro attuale stato di elaborazione - il che impedisce all'Autorità Portuale di dichiarare di pubblico interesse entrambi i progetti. Come fatto presente alla Commissione di VIA speciale e come previsto dall'atto di indirizzo del comitato interministeriale dell'8 agosto 2014 - precisa l'authority veneziana - l'Autorità Portuale di Venezia si riserva, nell'ambito della avviata revisione del Piano Regolatore Portuale, che andrà ovviamente condotta d'intesa con le amministrazioni comunali interessate per competenza (Comune di Venezia, Comune di Cavallino-Treporti e Comune di Mira) di valutare eventuali ricollocazione della Stazione Marittima sia alle bocche di porto, Lido o Malamocco, sia a Marghera, in area già ricompresa nell'ambito portuale e oggi destinata ad altri usi o in area esterna all'attuale ambito portuale lungo il canale Malamocco-Marghera. Ricollocazioni comunque diverse da quelle previste nelle proposte progettuali Duferco-De Piccoli e d'Agostino. Nelle integrazioni allo studio di impatto ambientale trasmesse alla Commissione VIA speciale lo scorso 10 marzo si è anticipato un esempio della dimensione civica, e non solo portuale, di ridisegno urbanistico di parti della città che conseguirebbero dalla ricollocazione della stazione marittima ad una delle bocche di porto. Per la ricollocazione a Marghera si è specificato che questa non potrà avvenire altro che nell'ambito di un ridisegno dell'assetto portuale post realizzazione del sistema offshore-onshore che, con la costruzione della piattaforma portuale d'altura (opera complementare del MoSE) restituirà al porto di Venezia la piena accessibilità nautica oggi temporaneamente sacrificata sull'altare della salvaguardia di Venezia».
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- «In questo quadro - sottolinea l'Autorità Portuale di Venezia - la possibilità di rispondere all'urgenza con la quale la comunità internazionale chiede che le grandi navi passeggeri vengono allontanate da San Marco e all'urgenza con la quale le compagnie di navigazione crocieristica chiedono di tornare a una normalità di uso sostenibile di Venezia come porto croceristico capolinea è tutta e solo legata alla possibilità di sollecita realizzazione del Canale Contorta Sant'Angelo: progetto che con la collaborazione di ogni competenza tecnico-scientifica che si è finora applicata allo studio della laguna di Venezia e delle prescrizioni, che ci si augura sapienti, della Commissione VIA speciale si è voluto, ed è possibile, trasformare in un grande progetto di recupero morfologico, ambientale e naturalistico della laguna centrale, invertendone così la tendenza al degrado».
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- L'Autorità Portuale rende noto che «ha continuato, e continua anche in questi giorni, a trasformare sempre più il progetto Contorta Sant'Angelo in un progetto di recupero ambientale che soddisfa anche un'esigenza funzionale dell'industria crocieristica» e che «è in questi termini che sta lavorando ad un capitolato d'appalto per una gara internazionale aperta a tutte le imprese del mondo che vorranno contribuire con la loro esperienza e progettualità alla realizzazione di questo delicato progetto». L'Autorità Portuale si è dichiarata «già pronta a lanciare una prima richiesta di manifestazione di interesse per accelerare per quanto possibile la realizzazione della soluzione del problema».
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- L'Autorità Portuale conclude augurandosi che «anche la Commissione di VIA speciale (che ha nelle sue mani il progetto nella versione originaria fin dal 16 settembre e le integrazioni allo studio di impatto ambientale da oltre un mese) ci metta al più presto nelle condizioni di rispondere alle esigenze - entrambe legittime - manifestate dalla preoccupazione che la comunità internazionale continua ad esprimere per l'integrità del patrimonio storico-artistico veneziano e da quella dell'industria crocieristica internazionale e locale a poter svolgere la propria attività in piena serenità dimostrando, al contempo, ogni scrupolo per la sostenibilità ambientale e paesistica».
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- Oggi, intanto, è stato siglato l'accordo volontario Venice Blue Flag 2015, un impegno sottoscritto da Comune di Venezia, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale di Venezia e da tutte le compagnie crocieristiche che scalano il porto lagunare. «L'accordo, unico nel suo genere - sottolinea l'authority portuale - fa di Venezia il porto più “green” del Mediterraneo consentendo, dal 2007 ad oggi, di abbattere in misura rilevante gli inquinati emessi nell'aria. Così come è stato verificato dall'ARPAV nelle sue ultime rilevazioni - evidenzia l'ente - , il Blue Flag ha consentito di abbattere le emissioni le polveri sottili (PM) del 60% e del 96% le SO2 in manovra se, invece, si considerano assieme sia le fasi di stazionamento che di manovra l'abbattimento risulta essere del 46% per PM e del 91% del SO2».
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- Il Blue Flag prevede che ogni nave in arrivo a Venezia utilizzi - da prima dell'ingresso in Laguna e fino a tutto il periodo di stazionamento in banchina - carburanti a basso contenuto di zolfo (0,1%). Si tratta di un limite molto più restrittivo rispetto a quanto stabilisce la normativa italiana che attualmente prevede per le navi l'uso di carburanti con una percentuale di zolfo inferiore al 3,5%, limite che sarà abbassato allo 0,5% solo a partire dal 2020.
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- L'edizione 2015 del Blue Flag prevede una novità: le compagnie potranno introdurre anche l'impiego degli “scrubber” ai fumaioli delle loro navi, cioè di particolari filtri che consentono di intrappolare gli inquinanti e abbattere le emissioni.
- Verifiche e controlli saranno effettuati e garantiti dalla Capitaneria di Porto di Venezia che tramite proprio personale certificherà il rispetto delle norme anti-inquinamento con analisi a campione sul combustibile, il cui costo sarà a carico dell'Autorità Portuale di Venezia.
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