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Progetto alla Spezia per la creazione di un hub culturale e operativo per la Blue Economy
L'iniziativa è portata avanti da Blue Vision, una costituenda società no-profit di coordinamento
20 aprile 2016
Alla Spezia è in progetto la costituzione di un hub culturale e operativo per la Blue Economy, ovvero per tutte quelle attività che l'Unione Europa con una direttiva del 2012 ha definito strategiche per lo sviluppo dell'economia del continente. L'iniziativa è portata avanti da Blue Vision, una società no-profit di coordinamento, che ha già presentato, il progetto alla Fondazione Carispezia.
«Crediamo nella forza delle idee, nella qualità degli uomini e della loro professionalità. Per questo - ha spiegato Giorgia Bucchioni, vicepresidente di Confindustria La Spezia e presidente della costituenda Blue Vision - abbiamo deciso di lanciare una vera e propria “chiamata alle armi”, attraverso una strategia bottom-up, che consenta a tutti i soggetti attivi nel settore della Blue Economy di collaborare a un lavoro che in prima battuta sarà di analisi (entro fine giugno sarà pronto il piano operativo), quindi di ricerca (in particolare sulla consistenza attuale della Blue Economy in Liguria e a livello nazionale); a seguire di messa a punto di progetti finalizzati in grado di polarizzare sia risorse che capacità nella messa a punto di soluzioni innovative a partire da quelle relative all'utilizzo del territorio, del coordinamento e l'integrazione fra coste e territori vicini, alla focalizzazione di problemi sottovalutati come quello relativo all'erosione delle coste (un vero e proprio suicidio economico per l'Italia), sino alla predisposizione degli habitat nei quali far confluire e diventare realtà idee e progetti relativi a emergenze quali l'immigrazione o la sicurezza».
«Crediamo inoltre - ha aggiunto Bucchioni, che è anche presidente di La Spezia Cruise Facility, rappresentante di Confindustria nella nuova Camera di Commercio Ligure, past-president e attuale componente del consiglio direttivo dell'Associazione degli agenti marittimi della Spezia - che uno sforzo particolare vada esercitato da subito in due direzioni. L'informazione: fare conoscere l'importanza strategica determinante della Blue Economy a fasce sempre più estese della popolazione, attraverso una comunicazione costante su queste tematiche; i giovani e le scuole: mettendo a punto progetti mirati per quelli che saranno i players della Blue Economy di domani».
L'idea progettuale - hanno spiegato i promotori dell'iniziativa - «è quella di una realtà in costante progresso che in prima battuta diventi il referente riconosciuto per lo studio e l'analisi della realtà dell'economia costiera e della Blue Economy non solo come sistema di cluster marittimo, ma come volano di sviluppo dell'intera economia nazionale e comunitaria, di crescita dell'occupazione e dell'affermazione di una nuova cultura di sviluppo. Quindi come centro di generazione di idee innovative con immediate ricadute per La Spezia e il territorio esteso che su La Spezia, come polo di irradiazione di Blue Economy, fa riferimento. Quindi come elaborazione di progetti mirati su specifiche opportunità che sia dal territorio, sia dall'analisi delle potenzialità di implementazione della Blue Economy potranno e dovranno scaturire; e quindi su tematiche come quelle relative a un nuovo e del tutto originale e innovativo a livello nazionale utilizzo delle risorse della città (fra cui anche l'Arsenale), all'affermazione di centri comunitari di studio su tematiche chiave per lo sviluppo (la difesa del patrimonio coste dal fenomeno dell'erosione), all'attivazione di un vero e proprio think-tank sulle trasformazioni in atto (e talune rese dolorosamente drammatiche da fenomeni bellici e di terrorismo) nei flussi di turismo in Mediterraneo e quindi sulle opportunità per il sistema Italia, proprio partendo da La Spezia, Liguria e Tirreno».
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